Una stella per il teatro astronomico

Simulazioni virtuali, la riproduzione dell’asteroide, documentari e lezioni per introdurre i visitatori all’astronomia

Francesca Scapinelli

È l’unico planetario a potersi gloriare di un «alter ego» astronomico, cioè di un pianetino che porta il suo nome, Romaplanetario. Un «di più» che rende ancora più bella la festa per i due anni di attività dell’importante struttura romana, quel planetario rimasto chiuso per un ventennio prima di tornare a riprodurre e illustrare nella sua cupola i moti degli astri, così da appassionare schiere di studenti, turisti, scienziati e non, curiosi, bambini e adulti interessati a scoprire le meraviglie del cielo, le costellazioni, il Sole, la Luna e i pianeti. E di festa si può parlare a ragiona veduta, viste le oltre 240mila persone che, dal 2004 a oggi, hanno visitato ciò che il direttore Vincenzo Vomero ama definire «teatro astronomico», vale a dire «luogo che suscita emozioni e stupore».
La scoperta dell’asteroide Romaplanetario - di cui un modello in scala è posto all’ingresso del museo - si deve al giovane astronomo Gianluca Masi: dall’osservatorio Bellatrix di Ceccano, nell’agosto ’99, notò nella costellazione dei Pesci un oggetto dal movimento insolito. Segnalato all’ente internazionale che raccoglie le osservazioni di asteroidi e comete, venne classificato in un primo tempo come «Neo» (Near Hearth object, oggetto vicino alla Terra e dunque potenzialmente pericoloso). Solo dopo attente verifiche, fu chiaro che ci si trovava di fronte a un asteroide ordinario, per quanto dal percorso ellittico. «Come la gran parte degli asteroidi, anch’esso ha un’orbita che lo colloca tra Marte e Giove - racconta lo studioso -. Secondo le stime, ha un diametro compreso tra ai 2 e i 4 chilometri, non è ancora certo se sia metallico o roccioso». Dopo anni di calcoli e accertamenti, Masi ha potuto scegliere il nome per la sua scoperta, catalogata con il numero 66.458. «Ho pensato di proporre all’International astronomical union il nome Romaplanetario, per celebrare la riapertura del planetario della Capitale, in Italia senz’altro il più all’avanguardia per tecnologia, anche se Milano lo supera per dimensioni. La commissione ha accolto il suggerimento». Roma e il suo «teatro astronomico», dunque, hanno una buona stella: è un piccolo pianeta che orbita a più di 390 milioni di km dal Sole, intorno a cui compie una rivoluzione completa in 4,2 anni terrestri. Curioso, come hanno fatto gli ideatori del modello, immaginare che la Città Eterna sorga proprio sull'asteroide. Su un estremo dell'oggetto, di sezione quasi trapezoidale, ecco infatti innalzarsi una basilica di San Pietro in miniatura, mentre dall'altro lato si erge San Giovanni in Laterano. E così via, monumento dopo monumento, piazza dopo piazza, fino a sovrapporre il centro storico e l'asteroide, annullando con la fantasia la distanza immensa che li separa.
La riproduzione dell'asteroide è un'attrazione in più, insomma, che si aggiunge alle proiezioni nel planetario (che ricreano una volta celeste del tutto verosimile, con 4700 stelle), a lezioni e spettacoli ogni volta diversi, alle simulazioni virtuali e ai giochi dedicati ai più piccoli. L'ultimo show prodotto dal gruppo Emozione Scienza, e presentato in anteprima alla cerimonia per i due anni dalla riapertura, è "Il respiro del cosmo", una fantasmagoria che fonde immagini e musica e trascina lo spettatore in una notte limpida e magica. Non manca poi la possibilità di ammirare frammenti e asteroidi caduti sul nostro pianeta, provenienti da collezioni di vari atenei italiani.


Planetario e museo astronomico, piazza G. Agnelli 10. Orario: 9-14 dal martedì al venerdì; 9-19 sabato e domenica. Spettacoli alle 9.30, 11 e 12.30 (sabato e domenica anche alle ore 15, 16 e 17.30).
Per informazioni: 06.82059127.

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