Le stelle brillano a intermittenza

Quando c’è la luna piena, le stelle s’ingelosiscono, perché quel faccione tondo cattura tutti gli occhi di chi alza il naso al cielo. E loro, le stelle, passano in secondo piano. Quando c’è la luna piena, la natura fa punto e a capo, per scrivere un nuovo verso del suo perenne poema. Si dice accadano cose strane, quando c’è la luna piena. Per esempio i lupi mannari dovrebbero ringalluzzirsi e mordere a più non posso. Insomma, per arrivare al dunque, ci si attendeva che i lupacchiotti romanisti, parenti non molto lontani dei licantropi, facessero un sol boccone delle stelle milaniste, peraltro appesantite dalla dorata vacanza di lavoro in quel di Dubai. Invece i giallorossi avevano la luna (ancora lei...) storta, e più che azzannare mordicchiavano come cucciolotti inoffensivi. Soltanto Vucinic, con il pelo ritto sulla schiena, metteva paura digrignando i denti. E le due ferite sul collo di Maldini e Favalli avrebbero potuto essere letali, se le stelle (ancora loro...) fossero rimaste a guardare. Stranamente, così non è stato: sul cielo di Roma qualche pigro bagliore lo abbiamo visto. Un fenomeno passeggero? È possibile, forse addirittura probabile. Soltanto fra quattro lune si tireranno le somme.

Il monaco Alcuino di York, filosofo e teologo vissuto fra VIII e IX secolo, scriveva: «Che cosa sono le stelle? Pittura dell’altezza, guida dei marinai, bellezza della notte». Diciamolo francamente, non siamo a questi livelli.

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