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Sterzata a destra il Piemonte ritorna a Casa

Capovolti gli esiti delle Regionali: al Senato 20mila voti premiano il centrodestra

Sterzata a destra il Piemonte ritorna a Casa

Marcello Foa

nostro inviato a Torino

Torino un po' meno di sinistra, le altre sette province sempre più a destra. E il Piemonte va alla Casa delle Libertà. I dati definitivi confermano le ultime proiezioni della Nexus: al Senato Berlusconi ottiene il 50,4%, Prodi il 49,5. Il distacco è minimo, circa 20mila voti, ma grazie al premio di maggioranza attribuito su base regionale decisivo: la Casa delle Libertà conquista 13 seggi, l'Unione solo 9. È stata la mobilitazione dei ceti medi a permettere un sorpasso che fino al tardo pomeriggio di ieri sembrava impossibile.
Il Polo ha fatto il pieno nella Circoscrizione 2: a Cuneo, ad Asti, passando per Novara, Vercelli e Biella fino a Verbano Cusio Ossola, ha vinto con percentuali oscillanti tra il 54 e il 57%. Meno netto il successo di Alessandria, con il 50,3%, ma significativo perché questa era una provincia rossa. La sorpresa è venuta dalla Circoscrizione 1, quella di Torino e cintura che, come sempre, è andata al centrosinistra (57 a 43%), ma con un arretramento rispetto alle regionali di un anno fa: circa il 2% degli elettori ha preferito la Casa della Libertà all'Unione. Bene i tre principali partiti del centrodestra - Forza Italia, Alleanza nazionale, Udc - che aumentano i consensi; nella capitale sabauda arretra solo la Lega. A sinistra male i Democratici di sinistra (-1,5%), in crescita Rifondazione comunista (+1,5%) e Di Pietro che raddoppia i voti (da 1,9 a 3,9%). I risultati provvisori per la Camera rispecchiano quelli del Senato: Piemonte 1 all'Unione, 55,5 a 44,5%, ovvero in seggi 14 a 10; Piemonte 2 alla Casa della Libertà, 56 a 44%, pari almeno a 13 deputati su 22. Ma il responso finale potrebbe riservare ulteriori sorprese, verosimilmente ancora a favore della coalizione di Berlusconi.
Euforia nella sede di Forza Italia, in Corso Vittorio Emanuele II, a Torino: il partito del Cavaliere risulta essere il primo partito regionale. Più cauto, ma molto soddisfatto il coordinatore di Forza Italia, Guido Crosetto: «Non c'è stato l'effetto Olimpiadi, su cui contava la sinistra. Qualunque sia il risultato finale, è evidente che il centrodestra è in crescita in tutto il Piemonte». Caustico il sottosegretario Michele Vietti, dell'Udc: «La Giunta Bresso ci ha dato una discreta mano». Come dire: ai piemontesi è bastato un anno di governatorato dell'Unione per cambiare opinione. Soddisfazione nella Lega Nord, che, a livello regionale, tiene, ma è indubbio che il partito abbia patito la scarsa presenza di Bossi durante la campagna elettorale: con lui al timone l'esito della consultazione sarebbe stato più favorevole al Carroccio.
Grande delusione a sinistra, tanto più che fino alle 17.45 l'Unione sembrava in netto vantaggio e nemmeno i leader più ottimisti del centrodestra osavano sperare in una rimonta che dalla seconda proiezione Nexus al Senato, su un campione del 15%, si è consolidata. Che cosa ha determinato la vittoria della Casa delle Libertà? Un dato sembra incontestabile: l'alta affluenza alle urne ha favorito il centrodestra, come d'altronde previsto dai politologi. Nel 2005 alle regionali aveva votato solo il 71,4% degli elettori, ora la partecipazione è risultata superiore all'80%. Le tematiche locali non sembrano aver influito in modo significativo. «La gente ha votato per noi perché spaventata da una sinistra in cui i partiti estremisti come Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi hanno un peso crescente - commenta a caldo Crosetto - I piemontesi non si sono fidati». Diversa l'interpretazione dell'onorevole diessino Alberto Nigra: «Alla Camera l'Ulivo ha ottenuto quasi 7 punti in più rispetto ai voti ottenuti da Ds e Margherita, che al Senato si sono candidate con liste separate, contrariamente a Rifondazione che ha ottenuto più voti alla Camera alta. Dunque gli elettori hanno premiato le liste moderate unitarie». Secondo Nigra questa elezione conferma che la Regione è spaccata in due. E che il voto politico risponde a logiche diverse rispetto a quello locale. All'Ulivo non è bastata la popolarità del sindaco di Torino Chiamparino. Quando si tratta di eleggere il Parlamento i piemontesi preferiscono il centrodestra. È stato così alle legislative del 2001.

Ieri hanno concesso il bis.

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