Sti, fatturato in crescita del 30%

Gli azionisti italiani rilevano il 25% del capitale dalla britannica 3i

Serena Cipolla

da Milano

Svolta positiva del gruppo immobiliare Sti di Torino che inverte la tendenza del 2005, con un utile netto previsto di oltre 4 milioni di euro. La posizione finanziaria registra una diminuzione del passivo che dai 29,6 milioni dell’anno scorso scende agli 8 milioni previsti al 31 dicembre 2006. Il gruppo è specializzato nella gestione e nella valorizzazione di patrimoni edilizi pubblici e privati attraverso la controllata Ge.Fi, ma si occupa anche d’ingegneria territoriale e sanitaria con Poliedra Sanità e Cci.
Secondo la relazione di bilancio del 30 giugno, il 2006 dovrebbe chiudersi con un consolidato di oltre 100 milioni di euro, il 30,5% in più rispetto allo scorso 2005.
Sti, i cui azionisti sono la finanziaria Bigotti con il 62% e la Atkina della famiglia Luciano Caruso con il 38%, controlla complessivamente 14 società tutte specializzate in gestione e servizi del patrimonio immobiliare, censimenti e valorizzazione del territorio, facility e property management. Sei mesi fa, il gruppo ha stipulato anche una convenzione con Consip per il censimento delle strade di tre quarti del territorio italiano e attualmente gestisce alcune attività anche in Bulgaria dove ha vinto una commessa per l’organizzazione del catasto.
«Ci siamo lasciati alle spalle il trend negativo del 2005 - spiega l’amministratore delegato del gruppo Giuseppe Zanca che gestisce anche tutte le partecipate e le controllate di Sti - attraverso una politica commerciale aggressiva che ci ha fatto acquisire contratti per 700 milioni soltanto negli ultimi cinque mesi».
Secondo Sti, il forte indebitamento registrato l’anno scorso è stato causato da una complessa riorganizzazione delle attività del gruppo. «Nel 2005 il nostro fatturato era di solo 25 milioni - dice Zanca - e l’acquisizione delle 14 società nel 2004 è stata conclusa in solo 9 mesi. Inoltre, come altri operatori abbiamo scontato il forte rallentamento del mercato immobiliare». Gli azionisti hanno ricapitalizzato il gruppo con 6 milioni e ricomprato il 25% delle quote in mano al fondo immobiliare inglese 3i, riportando così in mani italiane il 100% della proprietà.


Ora Sti punta a incrementare le attività nella gestione e alla valorizzazione del patrimonio pubblico attraverso la realizzazione di società miste con il committente. Un settore che in Italia vale 600 miliardi nel quale Sti è già presente con la Sicilia Patrimonio Immobiliare insieme alla Regione Siciliana e con la Gestione Immobili Friuli Venezia Giulia.

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