Lo «stile» dei tassisti? Fare la gimcana tra colonnine e wc guasti

«La divisa? L’immagine di Milano? L’immagine si costruisce in un altro modo, noi che giriamo la città in lungo e in largo ne sappiamo qualcosa...I problemi dei tassisti sono altri, e sarebbe ora che il Comune li affrontasse». Adriano Biglio, vicepresidente del Satam, sindacato degli artigiani tassisti milanesi, ha le idee molto chiare su cosa non funziona nel settore, a partire dalle «seconde guide», ovvero autisti che guidano i taxi non di proprietà, quando i titolari terminano il loro turno, in cambio di una sorta di «affitto». «Palazzo Marino continua a concedere autorizzazioni per la seconda guida quando noi quasi ci rubiamo i clienti l’un l’altro. Le cose sono cambiate, ormai i taxi non li prende più nessuno. Non c’è lavoro e l’amministrazione cosa fa? Incrementa il servizio. Se a fine agosto il Comune avrà concesso altre autorizzazioni, ci mobiliteremo» annuncia minaccioso. Per avere un’idea della discesa in picchiata della domanda di auto bianche, basta confrontare il fatturato del 4040, il servizio di radio-taxi in abbonamento: nel 2009 è sceso del 32% rispetto al 2008, senza che diminuisse il numero degli abbonati.
Ma anche quando c’e lavoro gli ostacoli da superare non sono indifferenti: colonnine telefoniche guaste, numero unico per smistare le chiamate impossibile da ricordare, corsie preferenziali senza telecamere. Ma andiamo con ordine: le colonnine, dislocate in un centinaio di parcheggi, da cui gli autisti prendono le chiamate «sono molto spesso guaste. Come fanno i clienti a chiamarci?». Provare per credere: Biglio avvicina la tessera magnetica per rispondere, ma non succede niente. Chiamiamo il numero di assistenza per segnalare il guasto, nessuno risponde e non è possibile nemmeno registrare un messaggio. Chiuso per ferie.
Particolare non trascurabile: il numero unico 848.814.781, che mette in collegamento il cliente con il parcheggio taxi più vicino, si può chiamare solo da rete fissa. «Ma oggi tutti usano i cellulare...» il commento sconsolato di Biglio.
«L’assessore Terzi parla tanto di comunicazione - attacca il sindacalista - ma sembra impossibile persino adottare un sistema che indichi quando il taxi è libero e quando no. Abbiamo proposto di mettere un segnale luminoso accanto all’insegna taxi sul tetto, per far capire a colpo d’occhio se è libero, ma il Comune non ci ha ascoltati».
Ogni giorno le oltre 4.800 auto bianche della città sono costrette a fare la gimkana tra disservizi e ostacoli pratici. Come sopravvivere alla canicola, senza poter comprare nemmeno una bottiglietta d’acqua. Al parking di Linate, che ospita 180 auto, il bar è chiuso per ferie. Ecco allora il «bar ambulante»: ogni mattina arriva al posteggio un commerciante con il baule dell’auto pieno di borse frigo, bottigliette d’acqua e generi di conforto vari. A vedere i bagni, sporchi, ricoperti di scritte e puzzolenti, passa la voglia di entrarci. Dalle 20 è addirittura impossibile perché chiudono. E dopo? Ne rimane solo uno.
A Linate almeno ci sono, alla Stazione Centrale di bagni per gli autisti nemmeno l’ombra. «E dire che è uno dei luoghi dove si lavora di più...».
«Qui il Comune non ha certo pensato all’immagine, quando ha messo nastri rossi di plastica per separare le corsie di chi aspetta le auto - osserva Biglio -. Per non parlare dell’aiuola...».

Dividono le due corsie, infatti, i resti di un’aiuola: la pianta è stata rimossa dall’amministrazione perché intralciava il passaggio delle auto. La pianta, ma non l’aiuola che la ospitava. Ora i conducenti la stanno smontando pezzo a pezzo. «E poi ci impongono divise per immagine - dicono gli autisti parcheggiati - vengano qua a vedere...».

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