Stipendi fermi a novembre Sale a livelli record il divario tra salari e prezzi

Nel mese di novembre sono ferme le retribuzioni. E' record per quanto riguarda il gap salari-prezzi. Cresce il numero dei lavoratori in attesa del rinnovo del contratto

Stipendi fermi a novembre Sale a livelli record il divario tra salari e prezzi

Le retribuzioni rallentano. A novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali non registra variazioni rispetto ad ottobre, ma rispetto al novemre 2010 l'incremento è dell' 1,5%. Dall'inizio dell'anno, in media, l’indice è cresciuto dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo riferisce l'Istat, che sottolinea come alla fine di novembre i contratti collettivi nazionali di lavoro, in vigore per la parte economica, corrispondano al 68,6% degli occupati dipendenti e al 63,1% del monte retributivo preso in considerazione.

In riferimento ai principali macrosettori a novembre le retribuzioni contrattuali, intese per ore, registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato, e variazione 0 per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che a novembre hanno presentato gli incrementi maggiori rispetto all'anno scorso sono: gomma, plastica, quella della lavorazione dei minerali non metalliferi e anche l'attività dei vigili del fuoco, al +3,1%. Tutti i comparti della pubblica amministrazione, a eccezione dei vigili del fuoco, registrano, invece, variazioni nulle. Sempre nel mese di novembre, tra i contratti monitorati nell'indagine, è stato ratificato l’accordo per i dipendenti degli studi professionali.

Alla fine di novembre la quota dei dipendenti che si trovano in attesa di rinnovo del contratto è del 31,4% nel totale dell’economia, e del 10,7% nel settore privato. Invece per i lavoratori che sono in attesa del rinnovo del contratto scaduto la quota è, in media, di 23,9 mesi nel totale e di 26,6 mesi nell’insieme dei settori privati. A novembre, su base annua, lo stacco tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,5%), e il livello d’inflazione (+3,3%), ha toccato una differenza pari a 1,8 punti percentuali.

Si tratta del divario

più alto almeno dal 1997, un record. Inoltre la crescita tendenziale è la più bassa dall’ottobre del 2010, ovvero da oltre un anno, quando si registrò lo stesso dato che risulta il minimo dal marzo 1999.

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