«Sto per partorire» E l’auto della polizia diventa ambulanza

L’ambulanza tarda ad arrivare e i poliziotti si travestono da infermieri, caricano la donna incinta visibilmente sofferente, e via a sirene spiegate verso l’ospedale. Un paio di chilometri percorsi con grande attenzione fino all’ingresso dell’ospedale Buzzi. Appena il tempo di arrivare, affidare la signora alle mani dei medici e il bimbo, che aveva molta fretta di nascere, ha emesso il primo vagito. Mentre gli agenti risalivano sull’auto per tornare, assai più prosaicamente, a dare la caccia ai ladri.
Il particolare intervento della «pantera» inizia l’altra notte attorno alle 2.30, mentre l’equipaggio sta lentamente transitando in via Grigna, parallela che passa sotto il cavalcavia Monteceneri. Il capo pattuglia getta gli occhi a destra e sinistra fino a quando vede una donna in evidente difficoltà, letteralmente piegata su stessa e ordina lo stop. L’autista blocca l’Alfa 159, scende insieme al collega e si avvicina alla signora. Scoprendo che non c’è nessun delitto dietro la sofferenza della donna. La signora Raffaella, 31 anni, è solamente incinta, anzi è alla fine della gravidanza. Sentendo arrivare le classiche contrazione ha chiesto al marito di portarla all’ospedale. I coniugi sono scesi ma in strada si accorgono di aver dimenticato qualcosa in casa, quindi marito l’ha lasciata un momento sola per rientrare. E proprio in quel momento delicato dunque che arrivano i poliziotti.
Il capo pattuglia, evidentemente con qualche esperienza in materia, si rende conto che le condizioni della donna non consentono ulteriori attese e si attacca alla radio per chiedere al 118 di inviare un mezzo sul posto. «Cinque minuti e arriva» si sente rispondere. Troppi. Le contrazioni sono infatti sempre più frequenti e sempre più dolorose. Ormai al parto altro che qualche minuto, mancano ormai pochi secondi. Non c’è veramente più tempo da perdere.
Quindi su due piedi gli agenti decidono di trasformare la volante in ambulanza. Un paio di coperte stese sulla panca posteriore, di plastica dura, per renderla più confortevole, poi parte il viaggio, verso il Buzzi, distante poco meno di due chilometri. Tallonati dalla vettura del preoccupatissimo marito nel frattempo ridisceso in strada. Sempre via radio fanno avvertire il pronto soccorso dell’imminente arrivo della signora Raffaella, precisando che il lieto evento e più che imminente.

Infatti appena la «pantera» entra in pronto soccorso, trova i medici in attesa. Il tempo di sdraiare la donna in barella e portarla in sala parto che nasce il bambino. Per gli agenti una bella storia da raccontare e, una volta tanto, senza sparatorie, sangue o manette.

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