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Stonerook trascina Siena e Roma subisce il ribaltone

La Montepaschi domina. Totti e Bargnani duetto in tribuna. Oggi Milano ci prova con Bologna

Shaun Stonerook, il ricciolone dell'Ohio che potrebbe giocare anche nella nazionale italiana, riporta in vita il Montepaschi insieme a Romain Sato (21 punti) protagonista di un inizio stordente dove la Lottomatica ha conosciuto il grande freddo, 2 canestri in 10 minuti, uno scarto di 16 punti che poi ha condizionato una sfida dove Roma ha visto per un attimo la luce, più 4 nel 3° quarto, ma dove ha sempre dovuto inseguire (84-76 il finale per Siena). Pianigiani trova i leoni di cui aveva bisogno, Repesa ritrova il solito Hawkins farfallone e il Chatman fumoso. Roma rimedia con i rincalzi che erano mancati in gara uno, soprattutto Stefansson e Righetti, ritrova Bodiroga, ma nella sostanza è sempre Siena a comandare una notte dove tutto gira dalla parte giusta, anche se la Lottomatica si è trovata in situazioni che si capovolgevano per banalità, soprattutto con Lorbek. Si va a gara tre (martedì a Siena) senza ancora aver capito bene se questa serie ha un padrone perché Roma è caduta quasi in piedi.
Diecimila in tribuna, con il regista americano Ron Howard a studiare una città che dedica una rampa del palazzo al Davide Ancilotto, giovane talento scomparso giovanissimo, Totti vicino a Bargnani per un duetto divertente perché il capitano romanista, ottavo re di Roma, alla domanda su cosa pensa del ragazzo dell'Eur che gioca a Toronto, ha fatto la battuta per stemperare l'aria nella serata pesante: «Lui è il sedicesimo re, è il doppio di me».
Stasera sarà l'Armani a tentare di riprendersi la vita nella semifinale affrontando la Vidi Vici sul campo di Casalecchio (ore 20,30, Sky sport 2), la casa della Virtus, gloria di una Bologna che non capisce ancora la bufera che ha sconvolto la Fortitudo, abbonata alle finali negli ultimi dieci anni, al punto che il congedo di Santi Puglisi, anima organizzativa e tecnica della società dove lavorava dal 1996, dopo le stagioni straordinarie a Pesaro, è passato quasi sotto silenzio perché in questo basket chi lavora bene senza apparire tanto si accantona volentieri,.


Per Milano la partita che può decidere tutto, il futuro di giocatori e tecnico, una sfida affrontata senza il zoppicante Bulleri che di solito varia i temi offensivi di una squadra che non capitalizza mai la superiorità a rimbalzo, che corre poco e in difesa si organizza per aiuti che non arrivano mai.

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