Stop ai nuovi negozi Così l’Esquilino prova a «rinascere»

L’Esquilino prova a cambiare volto, partendo dagli esercizi commerciali. Per due anni, infatti, fino al 9 febbraio 2009, non potranno essere aperti nuovi negozi di abbigliamento, accessori, calzature, pelletteria e bigiotteria. Lo prevede la delibera, approvata ieri in Consiglio comunale, che stabilisce il divieto di cambio di destinazione d’uso e di genere merceologico per quei settori, per frenare l’invasione di esercizi commerciali, soprattutto cinesi.
Nella seduta di ieri è stato approvato anche un ordine del giorno, collegato a quella delibera e presentato dal capogruppo di Alleanza nazionale Marco Marsilio, con cui di fatto gli show room presenti all’Esquilino sono stati assimilati agli esercizi all’ingrosso. In altre parole, in tutta la zona intorno a piazza Vittorio, secondo quanto denuncia Marsilio, esistono un gran numero di negozi, sempre vuoti, che di fatto svolgono attività all’ingrosso (cosa vietata nel centro storico) e non al dettaglio, come invece, dovrebbero e come prevede la legge. «L’assessore ha avuto dall’aula il mandato unanime per procedere a questa assimilazione - spiega il capogruppo di An - Quindi, di conseguenza, verrà avviata la chiusura degli show-room». Un passo in avanti, quindi, per la riqualificazione di quella zona. Ma qualcosa si poteva fare da molto prima. È quanto sostengono i residenti dell’Esquilino, alcuni dei quali presenti ieri in aula, dove hanno fatto sentire la loro voce. Luciana Gasparini, presidente dell’associazione «Via Merulana per l’Esquilino», in quel quartiere è nata e cresciuta. «Ma le cose con gli anni sono solo peggiorate - dice - e senza che l’amministrazione facesse nulla. Per ogni negozio cinese che apre, ce n’è uno italiano che chiude». «Vogliamo risposte dal Comune - continua la Gasparini - e che siano concrete e rivolte agli anziani. Sono soprattutto loro i residenti dell’Esquilino».
La presidente dell’associazione aggiunge ironicamente di essere «contenta per gli eventi cittadini, per la Festa del Cinema, ma a noi anziani quelle cose non riguardano». «Io, che vivo in piazza Dante - dichiara - sono dovuta andare a via Cola Di Rienzo per acquistare prodotti italiani. Chiedo al sindaco, le sembra possibile?». Anche Davide Bordoni, consigliere comunale di Fi, pensa che qualcosa doveva essere fatto prima: «Ora che la delibera è stata approvata - puntualizza - è necessario fare un bilancio di questi due anni, per capire quali risultati si sono conseguiti con la strategia adottata da questa amministrazione». Ma si deve anche impedire che il documento approvato rimanga solo un mero atto burocratico, «organizzando strutture che quotidianamente controllino il territorio».
Intanto, il consiglio ha preso l’impegno coi cittadini di costituire, entro 180 giorni, una commissione tecnica, che avrà il compito di individuare forme di riqualificazione delle insegne, vetrine e arredo visibile dall’esterno, compatibili con l’assetto del colonnato di piazza Vittorio e che dovrà riformare le regole degli esercizi commerciali in tutta l’area. L’idea è quella di permettere l’apertura di nuove attività utili al rione, come, per esempio, gallerie d’arte, corniciai, panetterie, attività di noleggio di auto e scooter, tintorie e palestre, garantendo allo stesso tempo la tutela dei negozi tradizionali.


Previsti, nel documento approvato ieri, anche incentivi per chi decide di investire in attività di tipo tradizionale. Soddisfatto il presidente del I municipio, Giuseppe Lobefaro: «Il rione Esquilino rinascerà grazie alle regole che l’economia di mercato imporrà agli imprenditori che decideranno di investire».

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