Stop di cinque giorni dei giudici onorari

Ha raccolto oltre il 90 per cento di adesioni in tutta Italia il primo dei cinque giorni di protesta (da ieri fino a venerdì) dei magistrati onorari di tribunale contro l'accantonamento della proposta di legge Vitali per stabilizzare il rapporto di lavoro dei circa tremila vice procuratori e giudici onorari, che attualmente decadono dopo sei anni di servizio. La protesta ha provocato, di fatto, lo slittamento di sei mesi delle cause in calendario. A saltare è stato l'85 per cento delle udienze previste ieri; il restante 15 per cento è stato assicurato perché riguardava procedimenti con imputato detenuto o perché prossimi alla prescrizione, o procedimenti civili per condotta antisindacale. In alcune sedi come la Procura di Roma (ma casi analoghi sono stati segnalati anche nelle procure di Bari e Catania, e nel tribunale di Genova), sono stati i sostituti procuratori a svolgere il ruolo dell'accusa per coprire i vuoti lasciati dai vice procuratori onorari in sciopero. «Quello che poteva essere un disservizio per l'utenza si è trasformato in un disservizio per il nostro stesso ufficio - ha spiegato Paolo Valerio, presidente della Federmot - perché i sostituti procuratori hanno abbandonato il loro lavoro di ufficio, di fatto sospendendo le indagini per cinque giorni. Un vero autogol». Valerio fa notare, tra l'altro, che la categoria considera questa «sostituzione» una grave violazione, tanto che la questione è stata impugnata davanti al giudice del lavoro.

I magistrati onorari amministrano la giustizia penale per reati perseguiti con pene detentive sino a 24 anni di reclusione e decidono controversie civili senza limite di valore. Nel 99 per cento dei processi che si svolgono davanti al giudice monocratico, l'accusa è rappresentata da un viceprocuratore onorario.

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