La Stoppani manda a casa anche gli ultimi operai

Dipendenti in rivolta: «Mai presa neppure la paga di dicembre»

«Ci vediamo costretti a chiedere l’immediata applicazione della Cassa integrazione straordinaria per tutto il personale dipendente che non sia strettamente necessario all’attività di mantenimento in sicurezza del sito». Chiude così la lettera di Giuseppe Bruzzone, il liquidatore della Stoppani, a Giancarlo Viglione (e per conoscenza a tutti gli enti interessati), commissario delegato del governo. Tutti a casa. Quasi tutti gli ultimi dipendenti ancora al lavoro per la bonifica dell’area, dovranno restare fermi un anno prima di essere licenziati. E la colpa, scrive il liquidatore, non è dell’azienda ma degli «enti sottoscrittori dell’intesa» responsabili «dell’ingiustificata inapplicazione» degli stessi accordi.
Il fatto è che gli operai sono ormai da tempo abituati a smentire quello che dice il liquidatore. L’ultimo caso, clamoroso visto che persino la Cgil aveva garantito sulla parola di Giuseppe Bruzzone, riguarda gli stipendi di dicembre, che anche a detta dei sindacati, sarebbero stati pagati regolarmente. Ma proprio i dipendenti scrivono al commissario di governo per denunciare come alle parole non facciano seguito i fatti.

«In data 5 marzo ci sono state consegnate le buste paga - denunciano - ma ad oggi (9 marzo) non è stato versato neanche un euro, anzi in data odierna ci viene chiesto di firmare una cessione di credito verso altra società del gruppo, relativamente alla stessa retribuzione di dicembre, in cambio dell’assegno a copertura della mensilità». La paga arriverebbe solo dopo questa firma. I dipendenti lo chiamano «ricatto».

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