Politica

Storace accusa: mai autorizzato la pillola abortiva

Sull’avvio della sperimentazione al Sant’Anna di Torino pende l’incognita dei controlli ordinati dal ministro

da Roma

Sull'avvio all'ospedale ginecologico Sant'Anna di Torino della sperimentazione della pillola abortiva Ru 486 pende l'incognita dei controlli ordinati dal ministro della Salute Francesco Storace che ha chiesto una verifica delle procedure. Ed è già polemica: «È in atto un evidente tentativo di mistificazione sulla pillola abortiva. Da tv e radio nazionali si afferma che il Ministero della Salute ha autorizzato l'uso della pillola. Il Ministero non ha autorizzato proprio nulla», da spiegato il ministro.
«È un intervento ad esclusivo interesse della salute delle donne» ha aggiunto Storace, per il quale occorre capire come è fatta la sperimentazione e come vengono reclutate le pazienti. Per Storace non si tratta di un problema di carattere etico.
«Si comprende l'utilità del suo utilizzo per evitare una operazione chirurgica ma è anche giusto sapere, con rigore, se questo farmaco fa bene o se fa male. E come verranno reclutate le donne - e Storace invita poi alla prudenza - e anche a evitare troppo entusiasmo e troppa fretta.
«Non comprendo - ha concluso il ministro della Salute - perchè ci sono tanti scrupoli quando si tratta di salvare vite umane (penso alle polemiche sulla sperimentazione della terapia Di Bella) e non quando di parla di aborto. La ricerca è definita giustamente libera, ma ci sono regole e protocolli da rispettare».
«Le procedure seguite per la sperimentazione della Ru486 al Sant'Anna di Torino sono corrette e, paradossalmente, sono già state verificate dal ministero della Salute» sostiene Silvio Viale, esponente radicale ed uno dei medici responsabili della sperimentazione. «L'uso di una tecnica abortiva come quello della pillola Ru486 può aprire la strada ad una privatizzazione dell'aborto fuori dalle indicazioni della legge in vigore» ammonisce invece il presidente del Comitato nazionale di bioetica, Francesco D'Agostino. «Questa cosa può essere una opzione che molti auspicano ma non è previsto dalla legge» ha aggiunto D'Agostino. È quindi fondamentale, secondo il parere del bioeticista, che l'utilizzo della pillola abortiva Ru486 avvenga rigidamente entro i paletti stabiliti dalla legge 194, e non fuori dal controllo ospedaliero, come invece è avvenuto in molti paesi.
La via farmacologica scatena reazioni contrastanti.
Agostino Ghiglia, parlamentare di An, ha chiesto di sapere «in che modo è stato autorizzata, nel dettaglio, la sperimentazione della pillola abortiva Ru486».

«Dove sono le autorizzazioni? - si chiede - da chi sono state rilasciate? Dove sono le relative documentazioni? Non vorremmo che la salute di tante donne venisse messa a rischio di qualche personaggio in cerca d'autore e da un'interpretazione eccessivamente estensiva».

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