Storace trova un milione di voti ma rimane fuori dalla Camera

Il transfuga di An parla di miracolo compiuto in soli cinque mesi ed esclude un avvicinamento al Pdl: «A Berlusconi non servono alleati per governare»

Storace trova un milione di voti ma rimane fuori dalla Camera

da Roma

Non sfonda, non prende seggi, non incide più di tanto sull’area di riferimento del Popolo della libertà. Eppure un milione di voti (2,4%), al suo esordio elettorale, La Destra se li porta comunque a casa. Voto dopo voto, proiezione dopo proiezione, il neo-partito di Francesco Storace e Daniela Santanchè ha visto cristallizzarsi il consenso tra i due e i tre punti in percentuale. Niente quorum, un mini exploit nel Lazio, «un flop totale» in Italia, per esagerare con Alessandra Mussolini. E così, se per il primo speaker di Gianfranco Fini il bicchiere va comunque considerato mezzo pieno («abbiamo roso il 3 per cento ad An - sibila Storace - facendo una campagna elettorale incredibile, senza mezzi, cambiando il simbolo per quattro volte»), per l’attuale portavoce di An, Andrea Ronchi, il bicchiere va visto vuoto del tutto poiché il risultato dimostra la fedeltà degli elettori di An «e la non novità di una forza che a destra di An ha da sempre qualche punto di percentuale».
È il primo, indiretto, botta e risposta tra ex alleati. A seguire, il bisticcio si fa più intenso quando sul Tg3 s’incrociano Francesco Storace e Ignazio La Russa, proprio mentre Luca Romagnoli, segretario della Fiamma alleata di Storace, parla prematuramente di un crollo di Fini. «Caro Francesco, ma valeva la pena rompere con An per guadagnare lo 0,8 per cento visto che già l’1,5 era appannaggio della Destra?» provoca La Russa. «Un milione di persone vi ha abbandonato, caro Ignazio - ribatte Storace -, dovete stare attenti perché ogni volta fate sparire un pezzo di destra». La Russa non ci sta, ma all’«amico Francesco» invia comunque un segnale di pace: «La destra in Italia vale molto di più, tra il 10 e il 15 per cento, ed è tutta nel Pdl. Caro Francesco, mi auguro che dentro il Pdl ci sarai anche tu in futuro».
La diretta si chiude e il leader de La Destra non apre all’eventualità di un’alleanza post elettorale con il nemico Berlusconi: «Non credo che Silvio sia interessato a chi non deve dargli il voto di fiducia. E se i numeri che vediamo saranno confermati non avrà il problema di dover trovare nuovi alleati. In ogni caso, io non starò lì ad aspettare la telefonata di Berlusconi. La Destra continuerà a lavorare alla crescita di questa realtà che, vi ricordo, è nata solo 5 mesi fa. E comunque - ribadisce il segretario - raccogliere un milione di voti è stato una specie di miracolo». Teodoro Buontempo, altro ex passato con Storace, chiude al Pdl: «Escludo un aiuto al centrodestra, non siamo una pillola che si prende col mal di testa. Semmai un eventuale accordo con Berlusconi sarà possibile solo dopo una crisi di governo».
La «sorpresa» di questa campagna elettorale, Daniela Santanchè, è dello stesso avviso. «Mi sento con un milione in più di responsabilità, e mentre i comunisti vengono cancellati dal Paese, c’è spazio a destra per costruire una forza di destra importante. Un accordo in futuro con il Pdl? Visto il comportamento ultimo...

mi sembra di poterlo escludere, chi ci ha votato vuole un partito indipendente, è ovvio che oggi festeggiamo perché l’ultima cosa che volevamo è che potesse tornare a governare chi ci ha governato in maniera così drammatica negli ultimi 20 mesi. Non entreremo in Parlamento - chiosa la Santanchè a Matrix - ma continueremo a fare politica. Berlusconi ha una chance importante, mi auguro non la voglia sprecare».

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