Cronaca locale

Storia di Dora che scopre il sesso

Rappresentata per la prima volta in Italia, la pièce dell’autore svizzero ha un ritmo serrato: 35 scene e molta animazione

Una vita in pillole: è quella che sta consumando la giovane Dora. Tutti credono che «le manchi una rotella»: per questo - e senza nemmeno tanto zucchero - la pillola deve andare giù. Per anni. Poi la madre le interrompe il trattamento. È allora che Dora si sveglia, esce dalle tenebre psichiche in cui l'hanno precipitata le cure dei dottori e comincia a vivere. Nel bene e nel male, Dora scoprirà l'amore, anche quello ai limiti della violenza, con l'ingenuità, la purezza, ma anche l'appetito e la voracità di chi non conosce altri modi di amare. È questo - in pillole appunto - l'incipit di Dora, le nevrosi sessuali dei nostri genitori, pièce teatrale dello svizzero Lukas Bärfuss, che approda per la prima volta in Italia al teatro Out Off, in collaborazione con la Kafka Motel produzioni e il Centro culturale svizzero di Milano. L'autore, nato a Thun 36 anni fa, eletto giovane drammaturgo in lingua tedesca nel 2003 e acclamato nel 2005 a Mühlheim scrittore drammatico dell'anno, con questo testo, tradotto in 12 lingue e allestito in tutta Europa, ha approfondito il suo interesse per la psichiatria e per l'eugenetica. Nella triste sorte di Dora, che nel finale sarà nuovamente «castrata» dai genitori, ricorre spesso lo spettro delle pratiche naziste delle teorie di Auguste Forel, uno dei pionieri della psichiatria dinamica. «A teatro però, non c'è tempo di dire tutto - spiega l'autore - bisogna catturare l'attenzione del pubblico seduto, magari scomodamente. Per questo - prosegue Bärfuss - la mia pièce non è militante, non prende posizione. Non mi interessa imporre il mio punto di vista, ma solo stimolare il pubblico, lasciando aperta la riflessione». La regia dell'opera è affidata al trentaseienne milanese Giulio Baraldi, conquistato dal testo di Bärfuss per il tono ironico, provocatorio e al tempo stesso commuovente con cui si snoda l'intreccio: «Sul palco va in scena quello che tutti avremmo potuto diventare senza costrizioni e contaminazioni morali o religiose. Dora riflette le nevrosi e le paure dei genitori. Quando se ne libera, si affaccia alla vita ed ogni sua scoperta è una liberazione». Del cast fanno parte Teresa Acerbis, Fabrizio Pagella, Alberto Torquati, Debora Zuin, la giovane Silvia Atrui nei panni di Dora e lo stesso Baraldi: «Interpreto il ruolo dell'uomo di cui Dora si innamora, un personaggio bifronte che seduce la ragazza, avviandola alla poesia dell'amore fino a coinvolgerla nell'esperienza più dolorosa dell'aborto». In scena però si ride e si sorride anche molto grazie ad un ritmo sempre serrato: sei luoghi, fra cui la casa di Dora, un lettino d'ambulatorio e la stanza d'albergo dove si consuma l'amore di Dora, si alternano sul palco, con ben 35 scene e molta animazione.

Tappezzerie che fioriscono allo scoccare dei baci fra Dora e il suo amore, tomi di medicina che si animano e cadono dalle pareti con lo sgretolarsi dei granitici dogmi medici che incatenavano la povera Dora, contribuiscono, insieme alle musiche dei Nirvana, dei Muse e di uno struggente coro russo, ad accompagnare lo spettatore verso l'intenso finale.
Dora, le nevrosi sessuali dei nostri genitori
teatro Out Off via Mac Mahon 16
da martedì al 15
Tel 02-34532140

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