Una storia già vista nel film di Molaioli

Il ritrovamento del cadavere della giovane cameriera nel lago d’Iseo ricorda da vicino almeno lo spunto e l’inizio del film La ragazza del lago, l’opera prima di Angelo Molaioli che quest’anno ha vinto a sorpresa ben dieci David di Donatello, compreso quello per il miglior interprete, l’attore Toni Servillo che è anche protagonista a Cannes con i due italiani in concorso, Gomorra e Il divo. In La ragazza del lago, ambientato in Friuli, si racconta la vicenda della giovane Anna trovata morta sulle rive di un laghetto di montagna. Il commissario Giovanni Sanzio come un novello e compassato Maigret, deve indagare sulle zone d’ombra di una provincia solo apparentemente tranquilla in cui molti sono i potenziali colpevoli: il matto del paese (Franco Rivera), il fidanzato, il presunto amante e un padre «troppo affranto».


Follia, handicap e malattia finiscono al centro dell’indagine del commissario, che deve fare i conti anche con una sofferenza personale (la moglie ha l’Alzheimer), e la soluzione, particolarmente triste, è quella della scoperta di un’umanità dolente, per cui la morte è, in qualche caso, l’unica via di fuga a una esistenza difficile.

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