Una storia di nani e ballerine

di Massimo Colombo
La vicenda di Palcoscenico è paradossale. Avrebbe senso se si risolvesse nella solita «querrelle» tra Milano e Roma, tra la capitale «morale» e quella politica. Ma non è così. O non solo così. Non lo è perchè i protagonisti, entrambi leghisti, dovrebbero stare dalla stessa parte. Invece no. Massimo Ferrario, attuale direttore del centro di produzione Rai di Milano, da direttore di Rai 2 aveva portato nel capoluogo lombardo l’apprezzata trasmissione culturale. Antonio Marano, attuale direttore della rete, se l’è riportata a Roma. Motivo? Ridurre costi ottimizzando risorse. La solita vecchia scusa. Prima considerazione: non si capisce perchè, se prodotto a Roma, Palcoscenico dovrebbe costare meno che a Milano. Seconda: fa davvero specie che a dar manforte al romanocentrismo di Marano sia sceso in campo nientemeno che l’assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Massimo Zanello, leghista anche lui. Incredibile. Probabilmente la verità sta da un’altra parte: basta leggere l’articolo qui sopra di Valentina Terruzzi e ci si arriva comodi comodi anche da soli. E cioè, un cambiamento dei contenuti di Palcoscenico. Che significa una virata verso l’«intrattenimento». Insomma: altri nani e altre ballerine. Più o meno svestite. Massimo Ferrario è troppo signore e altrettanto navigato per commentare. Preferisce agire.

Beati i tempi della «Lega di lotta e di governo». Non c’è che dire: a governare, la lega ha imparato presto. Soprattutto a Roma. La lotta, evidentemente s’è persa per strada. Hans Fallada direbbe: «E adesso, pover’uomo?».

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