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La storia Natasha, un caso Kakà sotto rete

Bandiere ammainate anche nel volley. Come il Milan con Kakà, c'è un’altra squadra italiana che vede uno dei propri gioielli volare via attratto dal richiamo di capitali esteri. Solo che, a differenza della telenovela che da giorni corre sull'asse Milano-Madrid, questa volta non parliamo di calcio ma di pallavolo. Più precisamente della trattativa che ha visto la croata Natasha Osmokrovic lasciare l'Asystel Novara dopo cinque stagioni (tre da capitano) nelle quali ha vinto due titoli europei e una coppa di Lega. Bottino discreto, nonostante le sconfitte rimediate nelle due finali scudetto disputate.
Cinque anni non sono pochi nella vita di un’atleta, ma evidentemente più che il cuore ha pesato il fascino del denaro - circa 400.000 euro a stagione - offerto alla schiacciatrice dai turchi del Fenerbahçe.
Anche se si tratta di una cifra enormemente inferiore a quella promessa da Perez a Kakà, probabilmente è un contratto troppo importante per essere rifiutato da una giocatrice di pallavolo ormai giunta alla soglia dei 33 anni e che pensa a chiudere la carriera spuntando il più alto ingaggio possibile. «Non so quanto ancora potrò giocare - ha abbozzato la diretta interessata comunicando la scelta - e ho dovuto prendere una decisione difficile che mi porterà lontano da Novara, una città e una società che mi hanno dato tanto.

Avevo molte altre offerte anche dall'Italia, ma non potrei mai giocare con la maglia di un altro club italiano. Novara è la città in cui ho giocato più a lungo, sono stata benissimo e per questo non dimenticherò mai il periodo trascorso qui».

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