Chi se l'aspettava che a minimizzare i caroselli, i lanci di monetine, gli insulti, lo champagne stappato, i cori da stadio e le invettive contro Berlusconi dimissionario sarebbe stato il mite Massimo D'Alema? Eppure, anche se non lo ha ammesso esplicitamente, il presidente del Copasir, durante la trasmissione "La crisi in 1/2 ora", ha fatto intendere come non ci sia nulla da scandalizzarsi.
"Quando cadde Prodi, assistemmo a scene incredibili, indegne, non solo nelle piazze ma persino nel Parlamento....La moderazione in questo paese va a correnti alternate. Io non ero in piazza perché siamo in una situazione in cui non c’è l’animo di festeggiare". Insomma, non c'è da festeggiare, lui non lo ha fatto, anche quando cadde (non si dimise come ha fatto il Cav) l'ex leader dell'Ulivo si festeggiò (il ricordo va però solo alla mortadella mangiata in Parlamento) ma non biasima chi invece faceva il trenino in piazza del Quirinale. O chi, come esponenti del suo partito (in primis Giovanna Melandri e Pier Luigi Bersani) ha sorseggiato champagne per brindare alla fine del Cavaliere.
Ma non parlategli di divisioni interne in seno al suo partito. Per D'Alema "il Pd è unito come forse non si vedeva da tempo. Nei momenti di difficoltà i dirigenti del partito sono compatti nel sostenere il governo Monti". Un governo che però, sempre per lo stesso D'Alema, non rappresenta "una soluzione di per sé", ma solo "un punto di partenza". Il tutto per giustificare l'obiezione dovuta al fatto che oggi gli spread tra Btp e Bund siano di nuovo saliti.
"I problemi sono gravi, c’è la debolezza Europa che ha reagito tardi e in modo insufficiente alla speculazione. E c’è la debolezza del nostro Paese che non era legata solo al volto di Berlusconi...", confessa D'Alema, mistificando indirettamente quello che ha sempre dichiarato il leader del suo partito. E cioè che Berlusconi fosse l'incarnazione di tutti i mali del Paese.
Ma D'Alema è pronto subito a rettificare e a precisare che "è una colpa che viene da lontano quella di Berlusconi, quando noi abbiamo lasciato il governo del paese lo spread era di 34 punti, sono stati tre anni gestiti molto male".
Infine D'Alema espone la linea del Pd per quanto riguarda l'appoggio e la formazione del nuovo esecutivo Monti: "E' tecnico, spero che nasca, daremo tutto il nostro sostegno, ha il dovere di affrontare la crisi con misure che uniscano equità e rigore. Per noi deve essere un governo tecnico senza esponenti dei partiti ma questo non è un disimpegno, daremo il massimo sostegno al governo Monti con tutte le energie. Se avessimo detto che volevamo i politici al governo i giornali avrebbero detto che nonostante la crisi volevamo spartirci i posti di governo.
Ora ci aggrediscono perché non ci vogliamo assumere responsabilità". Ma in questo momento politico il Pd ha perso anche l'unica responsabilità che da anni cerca di agguantare: far cadere Berlusconi con le armi della politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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