L'incidente di Gleiwitz, la Polonia e le operazioni "sotto falsa bandiera"

I primi commando brandeburghesi e l'intelligence tedesca architettarono un finto incidente per sviare l'opinione pubblica prima di invadere la Polonia. Oggi i servizi segreti che si confrontato nelle "zone grigie" del conflitto ucraino guardano ancora in quella direzione

L'incidente di Gleiwitz, la Polonia e le operazioni "sotto falsa bandiera"
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Alludere anche solo per un momento a una storia che si ripete sarebbe folle, ma le strane dichiarazioni diffuse dal Servizio informazioni estero della Federazione Russa, il diretto discendente del Kgb per quanto concerne lo spionaggio al di fuori del territorio russo, insieme all'onnipresente Gru, non possono non riportare alla mente un evento del passato, non molto noto ma estremamente rilevante, che ha avuto luogo in un'irrilevante stazione radio della Slesia.

L'incidente di Gleiwitz, così è passato alla storia, è considerato come una delle principali "operazioni coperte" che hanno preceduto l'invasione della Polonia, avvenuta il 1° settembre del 1939 e riconosciuta universalmente come l'inizio del Secondo conflitto mondiale.

Operazione affidata a un commando di soldati tedeschi gestiti dall'Abwehr, il servizio segreto dell'ammiraglio Wilhelm Canaris che aveva formato le prime sub-unità della "Brandeburgo", quella di Gleiwitz fu un'azione sotto falsa bandiera che combinò le capacità dell'intelligence delle SS, lo Sicherheitsdienst, con quelle di un commando di soldati scelti del Reich che parlavano perfettamente il polacco che si sarebbero "infiltrati" nella stazione radio della città di confine con indosso uniformi dell'Esercito polacco per prenderne il controllo nella notte del 31 agosto 1939. Da lì avrebbero trasmesso un breve messaggio anti-tedesco dopo aver simulato uno scontro a fuoco, che avrebbe lasciato sul campo i corpi di uomini prelevati dai campi di concentramento e vestiti con le uniformi adeguate alla messa in scena.

Obiettivo di questa complessa operazione sotto copertura era quello di "fornire all'opinione pubblica tedesca e internazionale l'impressione di aggressione proveniente dalla Polonia". In breve, un casus belli da usare a fini di propaganda interna ed esterna.

Affidata a Reinhard Heydrich, il capo della Gestapo che diverrà noto come il boia di Praga, la messa in scena di Gleiwitz venne suggellata da un annuncio di Adolf Hitler in persona che venne trasmesso alla radio per preparare l'opinione pubblica agli eventi: "Questa notte truppe regolari polacche hanno aperto il fuoco sul nostro territorio. Dalle 4,45 di oggi le nostre Forze Armate sono passate al contrattacco".

All'alba, mentre le unità corazzate e meccanizzate della Wehrmacht davano inizio all'Operazione Fall Weiss, l'invasione della Polonia, in Germania tutti i giornali avrebbero riportato la notizia dello "scontro a fuoco" che si era consumato lungo la linea di confine che era già oggetto di ricognizioni e altre azioni di sabotaggio condotte dai tedeschi che avevano pianificato da tempo ogni dettaglio dell'invasione.

Prese le dovute distanze da questo evento storico e dalle conseguenze devastanti del conflitto di cui è stato il preludio, e premesso che tali informazioni sono state ritenute "prive di fondamento", ciò che i servizi segreti russi hanno dichiarato questa settimana riguardo a una "possibile operazione sotto falsa bandiera" che vedrebbe coinvolta un'unità di sabotatori di una legione filo-ucraina, precettati dall'intelligence militare di Kiev per "condurre un attacco sotto falsa bandiera contro infrastrutture critiche polacche per incriminare Russia e Bielorussia", trova delle affinità non trascurabili.

Secondo i russi, esperti di depistaggio con una lunga storia di successi nel campo dello spionaggio, l'obiettivo dell'intelligence di Kiev sarebbe proprio quello di "catturare" i sabotatori per accusarli di essere "incursori dello Spetsnaz russo e bielorusso" al fine di elevare il livello di tensione in Europa, già alle prese con la psicosi dei "droni" che stanno comparendo nei cieli di Danimarca, Germania, Belgio e in diverse parti della Polonia.

Questo intenso copione, probabile frutto di una fervida fantasia ma in ogni caso pubblicato in uno degli ultimi report dell'Institute for the Study of War di Washington, non può fare altro che ricordarci le lezioni della storia; la portata delle operazioni di sabotaggio e

inganno svolte sotto falsa bandiera che hanno costellato la guerra ibrida prima ancora che assumesse questa definizione tecnica; e la loro forte influenza sull'opinione pubblica, che gioca un ruolo essenziale nei conflitti moderni.

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