di Tony Damascelli
Ci sono due preposizioni articolate nella Juventus, due Del ai quali fanno seguito storie diverse. Prendete Delneri, la squadra vince la partita sul Brescia e lallenatore dice: «Del Piero per noi è un giocatore ritrovato». Informato del pensiero e delle parole pronunziate in tivvù dal tecnico, il capitano bianconero ha risposto, puntualizzando come un veneto astuto sa fare: «Ritrovato? In verità io non mi sono mai perso». Piccole beghe tra personaggi che devono gestire unannata maledetta. Non avendo altri appigli sostanziosi, lallenatore si aggrappa a frasi di repertorio e agli episodi mentre il calciatore conferma lo slogan di Platini «chi sa sa e chi non sa non saprà mai». La Juventus di oggi è questa, tira un sospiro di sollievo perché ha battuto il Brescia, penultimo in classifica. Daccordo: lInter euromondiale a Brescia che aveva fatto? Tuttavia penso che sia opportuno evitare paralleli con il gruppo leonardesco, piuttosto meglio sarebbe passare oltre invece di definire il gol bresciano, come ha fatto Delneri: «Frutto di una nostra disattenzione», annotazione elementare che riguarda almeno lottanta per cento di qualunque gol, in qualunque partita, per qualunque squadra che lo subisca. Del Piero ha realizzato un gol da signore e da campione di razza, approfittando, dovrebbe dire Iachini, di una disattenzione generale della retroguardia bresciana ma, per fortuna, il calcio è fatto di episodi. Gli scienziati della panchina sono destinati a riempire taccuini e non almanacchi.
Ai poster, non ai posteri, lardua sentenza. Viene da ridere. Ma a Torino non ride nessuno.
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