Le storie parallele di blucerchiati e rossoblù

Sampdoria e Genoa, storie parallele. Il Genoa sta pagando all'identico caro prezzo in campionato il supplemento all'Europa che la Sampdoria pagò la stagione scorsa. Le gravi carenze d'organico che per l'intero girone d'andata denunciò la Sampdoria di Mazzarri in difesa (in primis Campagnaro) a centrocampo (Palombo) e all'attacco (Pazzini) sta patendo il Genoa di Gasperini privato in estate dell'asse portante Ferrari-Thiago Motta-Milito. Orgogliosamente eroico e duramente penalizzante (infortuni e stress) fu il comportamento di quella Sampdoria in Coppa Uefa, orgogliosamente eroica e duramente penalizzante (infortuni e stress) è stata la vicenda di questo Genoa in Europa League. Tant'è che - facile la profezia - fin da settembre non ebbi remore a scrivere che i tifosi del Grifone avrebbero sbagliato se si fossero cullati nell'illusione di potersi godere il bis dell'esaltante campionato scorso.
Dunque vediamo. La Sampdoria ci regala una nuova confortante prestazione casalinga condita da un buon pari contro un Palermo da prime piazze. Eravamo rimasti alla miserevole resa di Livorno, susseguente alle miserevoli rese anti Grifo e anti Milan, il tutto solo parzialissimamente lenito dal confortante pareggio casalingo contro una Roma in prepotente risalita. Ed ecco il punto, costituito dalla madre di tutte le domande: poiché finora a Marassi - 5 vittorie e 4 pareggi, derby «in trasferta» a parte - la Sampdoria di Del Neri non risulta imbattuta per caso, la confortante prestazione anti Palermo può ritenersi propedeutica a una definitiva inversione di marcia in trasferta con immediata verifica nell'agguerrito covo napoletano del conclamato «nemico» Mazzarri?
In ordine al postulato che ho messo in campo in apertura, la sconfortante resa del Genoa nella tana del Diavolo rossonero equivale al consiglio, per i tifosi della Samp, di toccare prudentemente ferro. Troppo netto è risultato infatti il divario fra il rendimento casalingo e quello esterno di entrambe le nostre squadre: che sotto la bollente tutela del pubblico amico parimenti riescono a trovare nel catino di Marassi quella forza d'animo che neghittosamente smarriscono lontano da casa. Sicché al di là dell'augurio che per la Sampdoria sia finalmente giunta la sterzata giusta non possiamo ragionevolmente andare.
Fondamentale, dico del Genoa, sarebbe partire per il girone di ritorno con Fernando Menegazzo controfigura di Thiago Motta in cabina di comando, perché è lì, nella zona cruciale del campo, che per il Grifo s'è annidiato il male di tutti i mali. Si sapeva infatti in partenza che sia il formidabile arraffapalloni Juric sia il delizioso regista Milanetto denunciavano all'anagrafe 34 anni suonati, ed è stato chiaro subito che il modesto Zapater non fosse altro che un surrogato di Juric, sicché il grave infortunio del rifinitore Kharja è stato non più che la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era insomma chiaro in partenza che il difetto di base del Genoa edizione 2009/2010 stesse lì, ben prima e ben più che davanti o dietro.

Ad onta della perdita iniziale di Jankovic e della scalogna toccata sul più bello a Palladino, nella casella dei gol segnati il Genoa resta infatti il primo in casa e l'8° in trasferta: tant'è che - fatto salvo il rispetto che nutro per Suazo - ho detto per tempo che Floccari, mai messo autenticamente alla prova, non l'avrei ceduto. Quanto alla difesa, a prescindere dalla dolorosa perdita del pilastro Ferrari e dall'impalpabile (...)

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