Ferruccio Gattuso
Una piramide privata della sua tridimensionalità, galleggiante in uno spazio nero: uno spigoloso confine dove la luce irrompe algida e lineare, per uscirne scomposta in diversi colori.Più che una legge della fisica, un'icona: un'immagine impressa indelebilmente nell'immaginario collettivo, messaggio visivo che ti sembra di aver sempre posseduto. La copertina di Dark Side Of The Moon, leggendario album dei Pink Floyd del 1973, fa parte di noi: è il «vestito» elegante ed esplicativo di un'opera rock che, a 30 anni di distanza, è ancora considerata tra le pietre miliari della musica contemporanea. Quell'immagine, dunque, è stampata su 35 milioni di copie di dischi venduti nel mondo fino al 1998 (al ritmo di un milione di copie all'anno), e chissà su quanti poster, magliette e oggettistica varia. Se è vero, com'è vero, che viviamo nella civiltà dell'immagine, non ci stupirebbe se Storm Thorgenson cadesse saltuariamente nella tentazione di considerarsi un padreterno. E non solo per quella copertina: sfogliando l'album delle sue creazioni, si scopre una galleria impressionante, legata non solo ai Pink Floyd, ma anche a Led Zeppelin, Paul McCartney, Black Sabbath e ai più recenti Cranberries, Audioslave, Muse, nomi del rock e del pop che canta (per il mondo) e che conta. Il protagonista della mostra Brainstorm - The album cover art of Storm Thorgerson - in allestimento alla Galleria Arteutopia dal 10 novembre al 23 dicembre - è invece un pacato signore di 62 anni, che accetta le domande sul suo lavoro con rassegnato senso del dovere, e con la malcelata tentazione di portarci di peso davanti alle sue immagini, per far parlare loro. Mentre lui, se possibile, si rilassa un po.
È la prima volta in Italia per Storm Thorgerson, rockettari assortiti e fan dei Pink Floyd di tutto lo Stivale avvisati: alla Galleria Arteutopia si potranno posare gli occhi non su una delle milioni di mucche stampate sulle cover del vendutissimo «Atom Heart Mother» (1970), ma su di lei, sulla Mucca che originò tutto. E così per la cover di «Wish You Were Here» (1975), la stretta di mano tra due uomini eleganti, uno dei quali in preda alle fiamme. Fondatore di «Hipgnosis», lo studio di fotografia e design che dalla fine degli anni '60 ha rivoluzionato il concetto delle copertine della musica rock, Storm Thorgerson è, a tutti gli effetti, «gli occhi del rock». Il suo surrealismo è di una potenza immediata, inquietante, ma soprattutto «benefica», come spiega lui stesso: «L'unica immagine negativa è quella noiosa. Quando l'immagine crea interesse, e soprattutto non spiega tutto al primo sguardo, allora è positiva. Come la migliore musica, che rivela qualcosa di nuovo ad ogni ascolto. Una foto deve sempre possedere la forza rivoluzionaria dell'ambiguità». Una regola che Thorgerson applica da quel lontano 1968 in cui conobbe i giovani Pink Floyd: «Syd Barrett, Roger Waters, Dave Gilmour, studiavano tutti a Cambridge è lì che li ho conosciuti. Non erano ancora famosi, volevano che un amico facesse la copertina per loro, lui si rifiutò, subentrai io: fu tutto per caso. I miei lavori con loro? Sempre in squadra, dopo un attento ascolto dei brani.
Galleria Arteutopia Da martedì a sabato 10.30-13 e 14.30-19-30, chiuso domenica e lunedì. Ingresso libero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.