Roba da far volare i piatti. Ma anche le tazzine e i bicchieri. I produttori di porcellane inglesi (tra i più stimati al mondo per la qualità dei loro prodotti) sono sullorlo di una crisi di nervi. E ora - isterici come mogli tradite dai mariti - minacciano di spaccare sul pavimento lintero «servizio» di ceramica.
La notizia è di quelle destinate a fare rumore (rumore di vetri rotti, ovviamente): «Il royal wedding del fatidico sì tra William e Kate sarà made in China». Su cosa significhi made in China non ci sono dubbi, ma cosè - esattamente - il royal wedding? Chi ha la sventura di essersi sposato, lo sa bene. Trattasi della fantozziana organizzazione del temutissimo ricevimento di nozze; dettagli che mandano in paranoia la neosposa (e di conseguenza anche quel poveretto neosposo) in quantità inversamente proporzionale allimportanza del dettaglio stesso. Insomma, il dettaglio più è insignificante e più i piccioncini rischiano di andare fuori di testa. Figuriamoci poi se la coppia in questione è addirittura reale e lei si chiama Kate e lui William: sì, proprio quei due col sangue blu (beh, per lei ci vorrà una trasfusione post-matrimoniale).
Intanto la bella Kate sta facendo più gaffe lei di Camilla.
Prima lindiscrezione secondo cui la seta del vestito nuziale proverrebbe da un negozio del Celeste Impero, poi i boatos di corte prontamente captati dal corrispondente da Londra del Corriere della Sera: « I 900 invitati al ricevimento di Buckingham Palace, dopo il fatidico sì di William con Kate, mangeranno su piatti di ceramica ricamati e rifiniti, guarda un po', in Cina». Ma che il matrimonio dell'anno nasca sotto il segno delle ceramiche del Dragone, ha portato ora lassociazione che raggruppa i produttori di ceramiche e porcellane old England a fare fuoco e fiamme. Una lettera ufficiale di proteste pare sia stata inviata direttamente a Kate, chiedendole di ripensarci.
Ma come? - sarebbe più o meno il senso della missiva -, in Gran Bretagna si producono le ceramiche più belle del mondo e lei, signora Kate, che fa? sceglie una ditta dagli occhi a mandorla? «È la dinastia degli eredi di Deng Xiaoping che mette il suo rinomato timbro sul simbolo per eccellenza della britannicità, la monarchia Windsor», sentenzia - giustamente sconsolato - il corrispondente del Corsera. E dire che c'erano la bellezza di 500 aziende di ogni parte del mondo a contendersi l'ordine per gli «articoli da tavola» che imbandiranno il desco della cerimonia-clou di Londra 2011. Addobbi e stoviglie - assicurano gli esperti - saranno importanti quanto il menù. Del resto si sa quanto gli inglesi adorino le ceramiche e le porcellane per i pranzi e il tè. Ma, fatti due conti, leconomo di quella taccagna della regina ha verificato subito che uneventuale fornitura made in China sarebbe stata sicuramente più economica di una in versione British doc. E così, dando un sonoro calcio alla tradizione artigiana britannica, si è rivolto a un'azienda del Guangxi, regione della Cina meridionale,specializzata in «manifauure tarocche».
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