Stradari in via d’estinzione il navigatore li farà sparire

L’annuncio della Royal Geographical Society inglese: bisogna arrendersi al futuro

da Londra

Carte geografiche, addio. La tecnologia manda in soffitta le ormai vetuste mappe cartacee, sostituendole con dispositivi elettronici in grado di fornire una maggior quantità di informazioni, in continuo aggiornamento e in tempo reale. In un prossimo futuro, dunque, non bisognerà più essere esperti in origami, piegando e ripiegando i fogliettoni raffiguranti la topografia di una qualsiasi città, per districarsi tra le strade non proprio familiari. Grazie ai nuovi strumenti sarà possibile disporre di «mappe virtuali» che garantiscono, oltre alla tradizionale raffigurazione spaziale bi-dimensionale, anche dati «temporali» e «dinamici».
La rivoluzione cartografica è stata annunciata nel corso della conferenza annuale della Royal Geographical Society, svoltasi nei giorni scorsi a Londra. «Le carte - spiega il professor Chris Parker - non possono più limitarsi a fotografare il paesaggio nella sua staticità, ma devono raccogliere, rielaborare, inviare e commerciare» informazioni in continuo divenire. Strumenti di questa radicale trasformazione, le nuove tecnologie. I telefoni cellulari combinati con i navigatori satellitari e le videocamere digitali. Una interconnessione che non solo consentirà agli utenti di conoscere in ogni istante la propria posizione, ma anche di ricevere indicazioni sul ristorante più vicino, la strada più breve, il nome della via percorsa. «In futuro questi dispositivi potranno essere tarati sempre meglio, in maniera che l’utente possa ricevere quando vuole l’informazione richiesta», spiega Parker, allontanando le preoccupazioni di chi teme un’invasione della privacy. «La tecnologia è sempre neutra, spetta a noi decidere a quanto del nostro privato siamo disposti a rinunciare per beneficiare di questo innovativo servizio». La svolta tecnologica impressa alla cartografia non sembra però convincere tutti. Solo lo scorso anno l’Ordinance Survey, azienda statale britannica che produce mappe cartacee, ha stampato oltre cinque milioni di cartine. Un dato in controtendenza rispetto alla rivoluzione annunciata. «Gli utenti si fidano maggiormente di ciò che considerano più piacevole esteticamente - spiega il cartografo Alex Kent -.

Le mappe non solo rappresentano fedelmente il paesaggio, ma sono anche un progetto umano e sociale. La compilazione di una cartina presuppone un’arte che tutte le novità tecnico-scientifiche non potranno mai raggiungere».

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