Strade invase da ottanta elefantini d’autore «Scultori superstar? Meglio l’arte solidale»

Milano è stata scelta nel 2011 dall’esercito degli ottanta elefantini colorati creati da più di novanta artisti di diverse nazionalità e portati da un ampio circuito di gallerie e luoghi milanesi (7 gallerie e 3 hotel). Senza clamore, ma con grande allegria, si sono riversati nelle vie in ogni parte della città, gli ultimi stanno prendendo posto in questi giorni. È «Elephant Parade», l'iniziativa che unisce l’imprenditoria alla beneficenza nata per mano di due professionisti olandesi, Marc e Mike Spits, padre e figlio. Le opere rimarranno visibili in vari luoghi della città fino al 22 novembre, quando saranno battute all'asta al Palazzo del Ghiaccio. Il ricavato andrà in beneficenza e sarà devoluto a The Asian Elephant Foundation (di tutela per gli elefanti asiatici) e la Fondazione Telethon, che cura malattie rare nei bambini (www.elephantparade.com, www.telethon.it), presieduta da Luca Cordero di Montezemolo.
Alcune miniature sono già in vendita alla Rinascente (ovviamente anche il ricavato di queste va in beneficenza). Elefanti disegnati e realizzati da artisti di ogni tipologia e nazionalità, come Alessandro Mendini, Blue&Joy, Vincino, Allegra Van Der Noot per citarne alcuni. «Partecipare all’Elephant Parade significa riflettere sulla radice e la storia dell'umanità» dice Paola Colombari, gallerista e ambasciatore per l'Italia dell'Elephant Parade con Federico l'Olandese Volante. L’Elephant Parade è un’operazione che ha origine nel 2006, anzitutto per fare del bene e dare un imput, un segnale di attenzione verso il prossimo: «Se si parte dal piccolo si arriva al grande - dice Mike -. Se si può salvare la vita a un animale, si può salvare anche quella di un uomo e il mondo. Elephant Parade è un’operazione che vuole guardare al prossimo». Marc e Mike Spits erano in vacanza in Thailandia e, durante una visita all'Elephant Hospital (in Lampang, vicino a Chiang Mai), assistettero all’arrivo dell’elfantino Mosha e sua madre. Mosha aveva perso una zampa a causa di una mina antiuomo. Marc decise di aiutare Mosha, che infatti riuscì ad avere una protesi. Questa prima esperienza ispirò Mike a continuare e ampliare l'idea del padre, e quindi a creare una vera e propria organizzazione d'aiuto. Mike decise di chiedere a diversi artisti di realizzare un elefante in miniatura, varie sculture da distribuire sul suolo di varie città europee. Dopo un periodo di esposizione vengono messe all’asta, e il ricavato va in beneficenza. Dal 2007, anno della prima dizione, l’Elephant Parade è stata a Rotterdam, Anversa, Amsterdam, Londra, Heerlen e Copenaghen, e ha raccolto più di 7 milioni di euro di cui più di 4 sono stati donati per opere di beneficenza. Centinaia di elefanti sono già stati salvati e curati, e l’iniziativa ora si rivolge anche ad altre opere umanitarie. «Ho vissuto in Italia per un po’ - dice Mike Spits -, e Milano è senza dubbio la capitale della moda, del design e dell'arte contemporanea in Italia. Sono infatti felice di venire in questa città con l'Elephant Parade».

Secondo Mike Spits «oggi spesso ci si focalizza più sull'artista, che diventa il protagonista della sua opera, in un linguaggio spesso autoreferenziale. Noi invece ci concentriamo più sullo scopo della nostra azione, diciamo che Elephant Parade è un'iniziativa molto democratica. Attraverso il nostro aiuto l'arte diventa un mezzo per portare solidarietà».

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