La strage di bambini Gli Usa insistono: uccisi solo guerriglieri

Non si placano in Afghanistan le polemiche il giorno dopo che il governo afghano ha accusato le forze della coalizione a guida Usa della più grave strage di civili, fra cui 50 bambini, da quando il regime dei talebani fu rovesciato, alla fine del 2001. Ieri il presidente Hamid Karzai ha condannato il «martirio di più di 70 innocenti, in maggioranza donne e bambini» in un «bombardamento aereo non coordinato». Secondo il ministero dell’interno, 76 civili, fra cui 50 bambini di meno di 15 anni e 19 donne, sono stati uccisi ieri in un bombardamento aereo nel distretto di Shindand, nella provincia occidentale di Herat in cui l’Italia ha il comando delle altre forze internazionali dispiegate, quelle della Nato.
La coalizione a guida Usa (Enduring freedom) ha detto di essere a conoscenza di queste accuse e di aver aperto un’inchiesta per accertare l’accaduto; ma per ora resta ferma alla sua versione, secondo la quale l’aviazione ha attaccato un noto capo talebano della zona e i suoi uomini, uccidendone 30, ma senza fare vittime civili.

Non è stato comunque possibile verificare il bilancio con fonti indipendenti, anche perché la zona colpita, a maggioranza pashtun e con una forte presenza di insorti, è remota e di difficile acceso. Karzai ha inviato una delegazione sul posto per un sopralluogo, che dovrà consegnargli un rapporto entro una settimana.

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