Bologna - Ha preso avvio a Bologna la cerimonia per ricordare il 27° anniversario della strage alla stazione (85 morti e 200 feriti). Il corteo, aperto dai gonfaloni delle città e dallo striscione dietro al quale sono assiepati i familiari delle vittime, si snoda da piazza Nettuno al piazzale della stazione. Prima dell’avvio del corteo, il sindaco Sergio Cofferati e le altre autorità civili hanno incontrato nella sala del Consiglio comunale i parenti delle vittime.
Il messaggio del capo dello Stato Il ricordo della strage di Bologna del 2 agosto 1980 «è ancora vivo in tutti noi». Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna Paolo Bolognesi, nel 27° anniversario della tragedia. Ai familiari delle vittime, colpiti così duramente nei loro affetti e alla nobile città di Bologna, si legge nella nota diffusa dal Quirinale, Napolitano rivolge «i sentimenti di vicinanza e solidarietà di tutti gli italiani».
«Rivolgo il mio pensiero commosso ai familiari delle 85 vittime innocenti di quel tremendo e vile attentato che sconvolse l’intero paese - scrive il presidente della Repubblica - Il ricordo di quel giorno di 27 anni fa è vivo in tutti noi. Davanti ai nostri occhi scorrono ancora le crude immagini di quella mattina: i volti dei feriti e dei loro soccorritori colmi di sgomento e dolore per tanta inumana ferocia». «La legge recentemente approvata dal parlamento che istituisce il "Giorno della Memoria" per ricordare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, dissipando ambiguità e reticenze su quei tragici eventi - sottolinea il capo dello Stato - costituisce il doveroso riconoscimento del dramma vissuto da famiglie che hanno perso i loro cari negli anni in cui una cieca trama eversiva ha tentato di scardinare il nostro sistema democratico».
«Il Paese ha saputo reagire alle stragi e agli attentati con coraggio e determinazione, grazie a un comune impegno per il consolidamento dei valori fondanti delle nostre istituzioni. Tale impegno - scrive Napolitano - va rinnovato ogni giorno ed a tal fine è indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione della storia del nostro paese, assicurando la necessaria attenzione al dolore non meno che ai diritti dei familiari delle vittime, anche attraverso le iniziative commemorative che con la giornata ora istituita per legge assumeranno nuovo rilievo».
Contestato il ministro Damiano Un gruppo di rappresentanti delle Rdb e dei Giovani comunisti ha fischiato il ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Salito sul palco, dopo il corteo partito da Palazzo D’Accursio, Damiano ha preso la parola a nome del governo.
All’inizio del suo discorso un gruppo di partecipanti ha cominciato a fischiare il ministro. In piazza, davanti alla stazione ferroviaria, si sono alzati alcuni manifesti. "Basta precarietà. Damiano dimettiti" e "Mandate in pensione almeno il segreto di Stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.