«È orribile, cè sangue dappertutto, scorre a torrenti, scende dalle scale, esce anche allingresso». Il balbettio del parlamentare somalo Mohammed Hasan descrive così lalbergo dellorrore. È appena ritornato allHotel Muna. Ci aveva passato la notte assieme ai deputati e ai ministri del Governo federale di transizione lesecutivo di facciata tenuto in piedi dalla comunità internazionale. Ma a differenza di altri colleghi se nera andato di buonora. La fretta mattutina gli ha salvato la vita. Adesso descrive incredulo quellalbergo trasformato in mattatoio dalla furia di un commando qaidista. Fino a 24 ore fa lAl Muna era uno dei pochi luoghi sicuri in una Mogadiscio devastata da 19 anni di guerra civile ed ormai quasi completamente sotto il controllo delle milizie islamiche degli Al Shabab. Le sue stanze da 10 dollari a notte erano diventate lultima spiaggia sicura per i deputati e i ministri fedeli al presidente Sheikh Sharif Ahmed, un ex islamista sceso a patti con lOccidente. Con loro bivaccavano nugoli di miliziani privati e poco più in là, accanto alla residenza presidenziale, facevano la guardia i soldati ugandesi di Amisom, la missione militare dellUnione Africana mandata in Somalia per bloccare le milizie qaidiste.
Adesso quellalbergo-mattatoio, quei 33 cadaveri crivellati di proiettili e dilaniati dalle esplosioni sono il simbolo più evidente del fallimento di Amisom e il segnale dellimminente tracollo del governo di transizione. Di certo per alcuni suoi esponenti è già finita. E nel peggiore dei modi. Almeno sei corpi straziati riversi nella hall appartengono a membri del Parlamento. E tra le vittime illustri potrebbe anche esserci qualche ministro non ancora identificato. Più della carneficina impressiona la facilità con cui la banda di terroristi, descritti come stranieri forse pakistani, fa irruzione in uno dei due quartieri della capitale ancora controllati dal governo di transizione. Un quartiere su cui - vista la presenza di presidente e governo - dovrebbe concentrarsi la vigilanza dei 6300 soldati in larga parte ugandesi inviati nella martoriata Somalia. Invece il commando di militanti con barbetta islamica, calzoni militari e camicione verdi sbuca davanti allalbergo, massacra a colpi di mitra un bimbetto lustrascarpe di 11 anni e una venditrice di the, impallina cinque responsabili della sicurezza, si butta a capofitto verso le camere massacrando chiunque gli si pari davanti. Lunica resistenza è allultimo piano dove parlamentari e ministri, decisi a vender cara la pelle, tirano fuori kalashnikov, granate e pistole e ingaggiano una disperata battaglia. Contro di loro entra in azione un kamikaze, ma intanto le forze di sicurezza governative e i militari ugandesi forniscono un minimo di copertura a chi salta dalle finestre per sottrarsi alla sparatoria.
I destini dei sopravvissuti dellAl Muna rischiano comunque di rivelarsi effimeri e precari. Al Shabab ( i ragazzi), il gruppo qaidista nato da una costola delle Corti Islamiche, lorganizzazione fondamentalista sbaragliata nel 2006 dallintervento etiope, controlla la maggior parte del Paese e si prepara a lanciare lattacco finale alle zone governative di Mogadiscio. La sua inesorabile avanzata è contrassegnata dai resoconti di lapidazioni di adultere, mutilazioni di sospetti ladri e criminali, decapitazioni di spie e collaboratori del governo. Definiti i talebani dAfrica, gli Shabab puntano a trasformarsi nella principale organizzazione armata di Al Qaida e sono già in collegamento con la nuova leadership che opera dallo Yemen. Tra i loro vertici contano numerosi esponenti stranieri che vantano legami diretti con Bin Laden e la cupola del terrorismo islamico. Lo straniero orgoglio e guida degli shabab è sicuramente Fazul Abdullah Mohammed, il militante delle Comore che iniziò la carriera proprio a Mogadiscio partecipando - nel 1993 - ai combattimenti conclusisi con labbattimento di due elicotteri statunitensi e di 18 militari americani. Inserito nelle liste dei super ricercati dopo gli attentati alle ambasciate del 98, Fazul Abdullah sarebbe oggi il responsabile militare di Al Shabab e il coordinatore di Al Qaida per lAfrica.
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