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Strage di operai sciiti in Irak

Bagdad. Una strage di lavoratori sciiti per vendicare un maxisequestro di impiegati sunniti: questi i contorni del massacro di decine di operai compiuto ieri da un kamikaze di nazionalità siriana ad Hilla, una cittadina a Sud di Bagdad (a sua volta teatro anche ieri di attentati e omicidi), proprio nel giorno in cui è giunto il ministro degli Esteri siriano per la prima visita di un esponente del governo di Damasco a così alto livello sin dal 1980. La strage ad Hilla, secondo quanto hanno riferito testimoni, è stata realizzata con particolare cinismo e precisione. «Il kamikaze - ha raccontato un anziano - si è presentato in auto davanti ai capannelli di uomini proclamando che stava cercano manodopera. Decine di operai si sono avvicinati alla macchina, che improvvisamente è esplosa»: bilancio 22 morti e 44 feriti.
L’attentato è stato rivendicato da un gruppo armato sunnita, il Battaglione dei leoni del diritto: «In risposta al rapimento di decine di sunniti disarmati del ministero dell’Istruzione superiore, che sono stati torturati e uccisi a sangue freddo, gli eroi del Battaglione dei leoni del diritto hanno fatto esplodere una autobomba contro un reparto della milizia al-Madhi» ad Hilla.


Il comunicato si riferisce al maxisequestro compiuto martedì scorso negli uffici del ministero dell’Istruzione superiore a Bagdad, dove erano state rapite quasi 150 persone.

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