Cristiano Gatti
Poco prima di mezzogiorno, un tranquillo signore greco di nome Sotiris riceve lo strano messaggio sul cellulare: «I piloti sono svenuti. Siamo tutti gelati, stiamo morendo di freddo. Addio, non vi rivedrò più». Luomo rilegge più volte, vorrebbe tanto che fosse uno scherzo. Ma sente che non è uno scherzo. Istintivamente, guarda verso lalto, dove in qualche angolo del cielo suo cugino sta volando di ritorno da Cipro. Subito lassale un gelido presagio di morte...
Pochi minuti dopo, in una zona impervia a una quarantina di chilometri da Atene, un pastore alza ugualmente lo sguardo verso lalto, richiamato da un assordante fragore. «Ho visto laereo venire nella mia direzione, diretto contro la montagna. Ho capito che qualcosa stava andando storto, per via di quei due caccia ai lati...».
I due caccia volano al fianco dellaereo di linea da una buona mezzora. Come prevede la procedura demergenza, li hanno inviati le autorità di sicurezza non appena si sono interrotte le comunicazioni con i piloti del Boeing. Una volta avvistato laereo civile, i piloti militari avevano descritto subito una situazione allarmante: «Il Boeing descrive nel cielo triangoli, con continue virate a destra». È il segnale convenzionale per indicare che il pilota non è in grado di comunicare. Questo inizialmente. Ma negli ultimi minuti la scena è qualcosa di allucinante: «Non vediamo più il comandante, mentre il copilota è accasciato sulla cloche. Ci sono due persone, steward o passeggeri, che cercano di fare qualcosa. Dai finestrini si vedono penzolare le maschere per lossigeno...».
Mezzogiorno e quattro minuti, un nuovo schianto in questa estate di voli letali. Sulle aspre montagne greche si abbatte un Boeing 737 della compagnia cipriota Helios. Partito da Larnaca, diretto a Praga, ai apprestava a fare scalo su Atene. Stavolta nessun superstite: abbattersi sulle rocce è comunque più tremendo di un ammaraggio, che pure - ci hanno insegnato a Palermo - oppone acqua dura come roccia: 121 i passeggeri, 121 i morti da piangere. Tra di loro, 48 ragazzi ciprioti in gita verso Praga. Gli statistici si affrettano ad inquadrare lavvenimento: per Cipro è la prima volta in sessantanni di aviazione civile, per la Grecia è senza discussione il disastro più grave sul suo territorio. Informazioni superflue e persino fastidiose.
Qualcosa di più sarebbe il caso di sapere invece sui misteri caduti con laereo. Il primo, ancora una volta, riguarda il rigore dei controlli e delle manutenzioni. Mentre uno zelante funzionario della compagnia Helios si affretta a precisare che il Boeing «aveva superato lultima revisione soltanto una settimana fa», dallaeroporto di partenza arriva una sinistra conferma: prima di decollare, i piloti avevano segnalato problemi al sistema di comunicazione e a quello di pressurizzazione. I tecnici, aggiungono fonti interne allo scalo di Larnaca, erano intervenuti e i guasti sembravano riparati, tanto da autorizzare il decollo. Invece...
Invece, eccoci a raccontare una nuova odissea nei cieli delle vacanze. Questa volta ancora più straziante, perché la lucida agonia dei passeggeri è lunghissima, interminabile, crudele. Le poche testimonianze dirette - il cugino che riceve un Sms, il pastore, i piloti dei due caccia militari - convergono tutte sulla versione più agghiacciante: la disgrazia non è immediata, fulminea, ma procede lentamente, per gradi, obbligando le persone in volo a sorbirsi disperazione e angoscia minuto dopo minuto. Sommariamente, questa lanatomia del disastro. Ore 10,30: venti minuti dopo il decollo, si interrompono le comunicazioni. 10,55: il ministero della Difesa greco ordina che due intercettori F-16 raggiungano laereo. 11,20: i piloti militari avvistano il Boeing, impegnato nelle virate a triangolo per limpossibilità a comunicare. 11,45: i militari notano che i due piloti non sono più ai comandi. Quattro minuti dopo mezzogiorno, la fine.
La causa? A intossicare e tramortire i due piloti sarebbero i vapori tossici diffusi dallimpianto di pressurizzazione guasto, come peraltro segnalato prima di partire. A seguire, la catena di eventi fatali: laereo procede parecchio tempo col pilota automatico, inserito allultimo dal comandante in agonia, e quindi esaurisce il carburante, fino alla caduta (per inciso: terribile soltanto pensare a tutto questo esattamente sopra Atene, o sopra un altro centro abitato).
Troppo presto, comunque, per le risposte definitive. Secondo la penosa consuetudine, molti enigmi saranno risolti dalle scatole nere, in questo caso subito ritrovate.
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