L'ultimo massacro è scattato ieri a Kabul. Per ammazzare sei soldati della Nato hanno fatto secchi una dozzina di afghani, in gran parte civili. Fra questi donne e bambini che avevano la sola colpa di passare su un autobus, nel momento in cui il terrorista kamikaze ha deciso di scagliarsi contro il convoglio americano con una macchina imbottita con 750 chili di esplosivo.
Spesso e volentieri sembra che in Afghanistan i cattivi siano i nostri. I soldati alleati talvolta commettono tragici errori e ammazzano qualche civile, ma i numeri parlano chiaro. I talebani sono i responsabili del 70% delle vittime innocenti, compresi i bambini. Non solo: negli ultimi mesi le loro maledette trappole esplosive hanno mietuto il 40 per cento in più di vittime e feriti fra i civili, rispetto allo scorso anno.
Il problema è che cerchiamo sempre la pagliuzza nel nostro occhio senza renderci conto della trave conficcata nella parte avversa. I dati che lo dimostrano non sono forniti dalla Nato, ma dallUnama, la missione dell'Onu in Afghanistan. Il 2009 è stato lanno nero per le perdite civili con 2412 vittime. Per il 70% la responsabilità ricade sui talebani, che si fanno saltare in aria nelle vie affollate delle maggiori città, oppure piazzano trappole esplosive sulle strade frequentate anche dagli afghani. Per non parlare dell'utilizzo dei civili come scudi umani, quando vengono attaccati i villaggi controllati dagli insorti.
Le 596 vittime attribuite alle forze Nato e di Kabul segnano un calo del 28% rispetto al 2008. Un segnale che gli ordini ferrei del generale Stanley McChrystal, comandante delle truppe straniere in Afghanistan, tesi ad evitare perdite fra i civili, servono a qualcosa.
Come se non bastasse le trappole esplosive disseminate dai talebani, come quella che ha ucciso lunedì mattina due alpini, stanno facendo stragi fra i civili. Il Comitato internazionale della Croce rossa, riferendosi al sud dell'Afghanistan, ha denunciato che «il numero dei pazienti curati da questo tipo di ferite, in gennaio e febbraio, è aumentato dal 30 al 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009».
Anche le vittime più innocenti, i bambini, sono provocate in gran parte dagli insorti. Nel 2009 sono morti 1050 minori afghani sotto i bombardamenti della Nato, durante i combattimenti o per gli attentati indiscriminati. Una media di tre al giorno, ma il 64% è stato causato dai talebani. Le cellule del terrore utilizzano bambini come kamikaze con l'obiettivo di farli avvicinare più facilmente agli obiettivi.
Non solo: da una parte e dall'altra del confine con il Pakistan i talebani si sono macchiati di vere e proprie esecuzioni di bambini. Li hanno trucidati con l'accusa di spionaggio a favore degli americani.
Save the children, l'organizzazione non governativa, che si batte per i diritti dei più piccoli ha denunciato nel suo ultimo rapporto il sistematico attacco alle scuole, soprattutto femminili. Fra il 2006 e il 2008 sono stati registrati 2450 attacchi agli istituti afghani. Ben 235 alunni, insegnanti e altro personale scolastico sono stati uccisi e altri 222 feriti. A fine aprile 50 alunne sono state avvelenate da un gas talebano nella zona di Kunduz.
In vista dell'offensiva Omid (speranza), che libererà la grande città di Kandahar dalle infiltrazioni talebane, i terroristi stanno scatenando il terrore contro i funzionari civili afghani, in stile Brigate rosse. In febbraio sono cominciate le eliminazioni mirate con l'uccisione di Abdul Majeed Babai, responsabile dell'Informazione e cultura per il governo locale. In aprile sono stati uccisi Hussain Walasi, direttore della cooperativa degli agricoltori e Azizullah Yarmal, vicesindaco di Kandahar. L'attentato più brutale ha colpito Fazluddin Agha, capo tribù alleato del presidente Karzai.
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