La strana estate di Piazza Cavour: più topi che uomini

Ieri il via alla disinfestazione Già presi 120 roditori morti E il barbone della piazza si offre come guardiano Ma i residenti avvertono: «Non cantiamo vittoria i ratti torneranno presto»

Virginia Polizzi

Era venuta dalla Spagna in visita a Roma per vedere la città eterna, la più bella del mondo. Tra i vari giri anche due passi a piazza Cavour. Una piazza importante, appena fuori dal centro storico, la sede del Palazzaccio. Bene, la turista spagnola improvvisamente, sgrana gli occhi. Ma non perché ha visto una statua, un affresco, un monumento mozzafiato. Le sue parole sono eloquenti: «Madre de dios que horror, un ratón». Questa storia la racconta un portinaio di un palazzo che affaccia sulla piazza: «È successo ieri - dice - e le è andata anche bene, alla turista. Perché altro che uno. Qui c’è un esercito di topi». Solo ieri la squadra dell’Ama disinfestazioni, impegnata in questi giorni nel progetto di derattizzazione insieme al servizio Giardini del comune, ha raccolto ben 120 ratti, uccisi dai veleni che ha sparso. Dodici li hanno presi solo nei bagni interrati della piazza. Quelli che sono chiusi da anni. Ma che ora vorrebbero riaprire.
Il perché di questa invasione lo spiega Stefano Mastrangelo, direttore del servizio Giardini. «D’estate c’è sempre un aumento delle colonie dei ratti. Trovano meno cibo nella fognatura e quindi escono per cercarlo». E purtroppo piazza Cavour non è l’unica zona di Roma con questo problema. I topi sono stati avvistati anche nei giardini di Castel Sant’Angelo e nelle zone del Gianicolo, dichiara sempre Mastrangelo. «Non c’è angolo della città che non ne abbia - ammette -. È chiaro, però, che dove trovano un’area un po’ più tranquilla ci si stabiliscono».
In effetti a detta degli stessi residenti, d’estate piazza Cavour è deserta, la maggior parte dei negozi chiude. In più c’è il fiume poco distante e i giardinetti che fanno da raccoglitori di immondizia, quindi di cibo. Sono state innumerevoli le lamentele dei residenti - che nel mese di marzo hanno organizzato anche una raccolta di firme dirette al Municipio per denunciare la situazione allarmante. E finalmente ora la caccia al topo è entrata nel vivo. Quello di ieri è stato il terzo intervento di quelli programmati dal 14 agosto, per cui sono stati investiti 10 mila euro. Soldi spesi per assoldare una squadra di 14 operatori, otto dell’Ama e sei del servizio Giardini, che in questi giorni stanno disseminando esche anticoagulanti e paraffinati. «I topi le rosicchiano e muoiono per emorragia interna», spiega Walter Iorio, responsabile tecnico dell’Ama.
Sono animali grossi, lunghi anche 45 centimetri. Che ormai sono diventati i veri padroni della zona. «Hanno fatto scappare anche i gatti - racconta l’edicolante - e in effetti sono più grandi e più brutti. Ma la cosa divertente e che c’è una gattara che si ostina a lasciare da mangiare. Senza capire che le sue scatolette vengono divorate proprio dai topi». Escono la mattina presto e la sera dai tombini. Scorrazzano per il giardino, sotto i cespugli, in cerca di avanzi lasciati dai turisti, dai passanti o dai barboni. Una delle prime operazioni che ha fatto l’Ama, quindi, è stata quella di eliminare la vegetazione bassa, che per gli animali costituisce un ottimo riparo. Risultato: ora, dai giardinetti della piazza, svettano cespugli monchi da cui fuoriescono cumuli di immondizia.
«Il problema però si ripresenterà - dice il portinaio - perché i topi ci mettono poco a riprodursi». E ricorda la grande disinfestazione che il comune aveva fatto tre anni fa. «Per un periodo - afferma - erano spariti tutti, i topi. E oggi stiamo di nuovo in questa situazione».
L’impegno, quindi, non dovrà finire. E a offrire il suo lavoro si è presentato anche uno dei clochard della piazza. Questa la sua proposta al sindaco Veltroni: «Da otto anni vivo qui - racconta - se dovesse servire, sono pronto a fare il guardiano dei giardini di piazza Cavour». Della volpe che tutti cercavano, invece, quella che, in questa storia, doveva essere la bella sorpresa, ancora niente.

Si erano mobilitati anche esperti del bioparco che già si dicevano pronti ad ospitarla. «Mi fanno ridere - ghigna una negoziante della zona -. Sono anni che lavoro qui e una volpe non l’ho mai vista. Però una volta ho visto un barbagianni. Forse non fa notizia come la volpe. Però era bello».

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