La strana guerra di Cip e Ciop Tutti contro gli scoiattoli grigi

Cip e Ciop non vanno più d’accordo, anzi hanno alzato un polverone che rischia di incrinare i già precari rapporti politici esistenti tra le nazioni confinanti con l’Italia, soprattutto per quanto riguarda i problemi a carattere ambientale. Già Svizzera e Austria ci tengono d’occhio, con i fucili spianati, per via degli scriteriati ripopolamenti di orsi catturati in Slovenia e «mollati» sul confine, già la Francia ci guarda male per svariati motivi, a partire dalle scorrerie dell’Impero romano per finire agli epiteti di Materazzi sulla sorella di Zidane, adesso ci mancava anche la popolazione di scoiattoli grigi americani per mettere il nostro Paese sotto lo stretto controllo di Bruxelles, dove Francia e Svizzera hanno invocato provvedimenti seri contro questo roditore immigrato che sta facendo strage dell’indigeno scoiattolo rosso, quello «nostrano».
Nel frattempo scoppia la polemica in Liguria, dove il presidente Claudio Burlando ha stanziato la somma di 240mila euro per contenere lo scoiattolo grigio nel parco di Nervi. «Sarebbe meglio usare tutti quei soldi per rimettere a posto il parco», tuonano i consiglieri del Pdl Gianni Plinio e Matteo Rosso, mentre gli animalisti si mettono in campana e attendono con quali modalità l’assessore all’ambiente vorrebbe dare l’ostracismo a Cip (il grigio). «Non gli verrà torto un cap... hmm, un pelo e non scorrerà una goccia di sangue», risponde l’assessore all’ambiente Zunino. Confesso di essere molto curioso sul metodo con cui procederanno ad allontanare gli scoiattoli grigi in modo da lasciare in pace i rossi, ma senza torcer loro un pelo. Leggo di sterilizzazioni di massa e mi scappa da ridere, considerando che non si riescono a sterilizzare cani e gatti randagi. Figuriamoci velocissimi e imprendibili scoiattoli che si celano tra rami, foglie e buchi negli alberi.
In realtà, però, non c’è molto da ridere su questo problema dell’introduzione di fauna alloctona. L’esperienza insegna che sono sempre danni enormi, come capitato per la minilepre in Piemonte o il pesce siluro in Po. Lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) è stato introdotto in Piemonte nel 1948 e in Liguria nel 1966. Da qui vari gruppi si sono spostati nel tempo anche in Lombardia e altre regioni dove stanno ponendo concreti rischi biologici legati principalmente alla competizione con il «nostro» scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), all’introduzione di possibili malattie, al danneggiamento dei boschi di latifoglie, frutteti e colture cerealicole. Già nel 1995, l’Istituto nazionale per la selvaggina, sollecitato peraltro da organizzazioni ambientaliste come il Wwf, la Lipu, Legambiente e altre, aveva inviato una nota alle regioni in questione affinché prendessero seri provvedimenti per l’eradicazione dello scoiattolo grigio che stava già allora minacciando seriamente l’esistenza di quello rosso, essendo, come risulta da studi inglesi, più robusto e aggressivo, più efficiente nell’occupare gli spazi e soprattutto più resistente alle infezioni da Parapoxvirus che portano a morte quello rosso. L’eradicazione può avvenire solo mediante trappolamento e successiva soppressione degli animali e a questo progetto avevano dato il via anche le suddette associazioni ambientaliste.

Inutile che stiamo qui a cincischiare: o trappoliamo e sopprimiamo gli scoiattoli grigi, o pensare a sterilizzazioni chirurgiche o chimiche è pura demagogia. E allora o ci teniamo Cip o ci teniamo Ciop. Così è, se si vuole.

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