Lo strano caso della barca che appare e scompare

L’Asso 22 è tornato in porto, a Tripoli. Sul caso del rimorchiatore, trattenuto da sabato scorso dai libici, le autorità avevano ieri parole più ottimiste. «Il rimorchiatore è rientrato nel porto di Tripoli e i marinai hanno potuto prendere contatti diretti con i familiari» ha detto la Farnesina. Ma la situazione è sempre monitorata dal ministero. Dopo una nuova comunicazione con l’equipaggio, l’amministratore delegato della Augusta Offshore Mario Mattioli ha spiegato: «Abbiamo molto apprezzato che i militari libici a bordo dell’Asso 22 abbiano trattato con riguardo il nostro equipaggio. Stanno tutti bene. Ci sentiamo di esprimere un cauto ottimismo sulla positiva soluzione della vicenda». Anche perché, secondo le ultime notizie apprese dai familiari dei marinai, i militari libici non sarebbero più a bordo del rimorchiatore. Un dettaglio poco chiaro, quest’ultimo, come del resto alcuni altri della vicenda. In parte perché il contesto è delicato e il caso viene gestito con molto riserbo, in parte perché le notizie sono state talvolta contrastanti. C’è chi mormora che non ci sia stato sequestro, chi suggerisce che nemmeno di un rimorchiatore si tratti. Anche perché non è chiara neppure la rotta seguita dalla nave. Lo stesso ministro Frattini ieri, a una domanda di «Radio Anch’io» sulla possibilità che il rimorchiatore finisse ostaggio in mani libiche ha detto: «Non lo credo affatto.

Si sarebbero mossi in altro modo e il rimorchiatore sarebbe già scomparso dai radar». Invece era visibile. E si è notato che l’Asso 22 ha proseguito la sua rotta «con una navigazione poco chiara, avanti e indietro lungo le coste della Libia».

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