RomaIl Pd «ha perso il bandolo», le parole guida «hanno smarrito il loro senso» e ora occorre riaprire il dibattito interno per ritrovare le coordinate e per date vita a «una fase nuova di ricerca che non può più essere contenuta nei rituali e nelle procedure di partito». Gli ulivisti in rivolta: dora in avanti, avvisano, mani libere sulle scelte e stop agli unanimismi, decideremo volta per volta se appoggiare la segreteria.
La fronda dei prodiani emerge con una lettera aperta a Pierluigi Bersani, pubblicata sul Corriere della Sera e firmata da Arturo Parisi, Mario Barbi, Antonio La Forgia, Fausto Recchia, Andrea Papini, Albertina Soliani e Giulio Santagata. «Il Pd - scrivono - ha perso lorientamento. Le parole progetto, scelta maggioritaria, alternativa, bipolarismo, primarie, democrazia di partito hanno perso il loro senso». Sono «tanti gli episodi», insistono, che hanno cambiato le carte il tavola: dalla costituzione di associazioni autonome, al rifiuto di riconoscere le sedi ufficiali «come primo luogo di analisi e valutazione dei principali passaggi politici».
Cè malessere dunque per un Pd accentrato e dove si discute poco.
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