Lo strappo del sindaco di Azzano: «Niente contributi agli immigrati»

da Azzano Decimo (Pordenone)

Niente integrazione al reddito per gli immigrati, anche se c’è una legge regionale che la prevede: è la decisione presa oggi, con un’ordinanza, dal sindaco leghista di Azzano Decimo (Pordenone), Enzo Bortolotti. Il sussidio - il cosiddetto «Reddito di cittadinanza» - è stato introdotto per i cittadini meno abbienti del Friuli Venezia Giulia dalla legge 6 del 2006, ed è stato da sempre contestato dal Centrodestra.
Ovviamente, contro il primo cittadino leghista di Azzano, già famoso per l’ordinanza anti burqa, è subito piovuto un attacco concentrico, dalla Caritas fino alla Regione, anche se attualmente, su novecento famiglie interessate dal provvedimento, una sola è extracomunitaria. L’assessore regionale all’Immigrazione, Roberto Antonaz, ha detto che l’ordinanza del sindaco di Azzano «sottende una concezione di chi è forte coi deboli e debole coi forti». Una «strumentalizzazione politica piuttosto che una questione giuridica» per il vicedirettore della Caritas italiana, Francesco Marsico, il quale ha aggiunto che «le leggi non le fanno i docenti di diritto amministrativo». Dalla Regione è partita la minaccia di sostituirsi al Comune per ordinare l’erogazione del contributo.


Ma Bortolotti non si ferma e si appella proprio al diritto: «Secondo la nostra interpretazione - ha detto oggi il sindaco - la legge aggira la normativa europea che stabilisce che un cittadino straniero che non è in grado di mantenersi deve lasciare il territorio nazionale. Gli immigrati, se non hanno i mezzi per potersi mantenere, devono tornare a casa loro e i fondi previsti dalla legge devono essere trasferiti - ha sostenuto - su voci che prevedano contributi per gli italiani».

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