Beretta si aspettava almeno un pareggio: «Grande partita contro una grande squadra». Stramaccioni ha visto la sua miglior Inter, tredici conclusioni in porta, tanto di più se si contano le occasioni. LInter ha vinto, ha subìto ancora un gol, è andata a prendere anche il Napoli, ha mostrato la convinzione che in tempi recenti le ha consentito di raggiungere vette straordinarie. Soprattutto il primo tempo, palle gol sui piedi di Pazzini, Guarin, Alvarez, Maicon, Lucio, Sneijder, la più clamorosa per Nagatomo che si è fatto largo in area e ha scaricato su Antonioli. Sempre da quelle parti proprio allo scadere ci ha provato anche Lucio con una sassata a non più di cinque metri dal portiere del Cesena colpito in pieno volto, stordito, rianimato e rimesso in piedi. LInter andava giù forte, il Cesena non è mai uscito bene dalla sua metà campo, un tempo sotto la tempesta. Da applausi una triangolazione di prima intenzione fra Alvarez, Sneijder in area, in mezzo per Pazzini, testa, sopra la traversa. Il centravanti alternativo di Stramaccioni non ha convinto, si è mosso più del solito, ha giocato spesso spalle alla porta, ha pressato, ma quando ha avuto loccasione non lha messa: 21, Maicon in area centra, piattone di Pazzini su Antonioli in uscita grandiosa. Poi Stramaccioni lo ha difeso, e non ce ne sarebbe stato bisogno se avesse giocato una gara sufficiente.
LInter si è presentata in versione Udine, la partita che ha dato convinzione al gruppo, con Sneijder e Alvarez alle spalle della punta centrale. Ma con Pazzini servono palle alte: «E noi non ci siamo riusciti», ha spiegato il tecnico nel perorare la causa del suo centravanti. Nel primo tempo però azioni allaltezza del passato, Guarin da lontano gran sventole, Sneijder tonico, addirittura più prezioso di Alvarez in copertura ma largentino è stato il vero boss del primo tempo, dribbling secchi, intuizioni, una palla in area per lolandese da talento puro. Gol zero. Antonioli in forma strepitosa, una difesa organizzata e motivata ma davanti un impalpabile Mutu ha lasciato Iaquinta a scavare un varco solo contro tutti.
Stramaccioni ha poi spiegato che contro squadre che difendono con tre centrali, lui conosce due schemi, quello di Firenze che ha inutilmente cercato di sfondare con le tre punte, e un secondo che prevede un solo attaccante per non dare altri riferimenti. Ha giocato con Pazzini e un gran movimento alle sue spalle, la gente si è divertita, batteva le mani ogni due minuti circa, cadeva dai seggiolini per ogni azione sfumata, e sono state tante.
Nessun cambio nella ripresa. Milito è uscito dalla buca un paio di minuti prima del gol di Ceccarelli, senza fretta. Era il dodicesimo della ripresa, manovra dolcissima, Inter attirata in una trappola sulla sua sinistra, improvvisa apertura a destra di Rodriguez dove Ceccarelli tutto solo ha calciato seccando Castellazzi grazie anche a una deviazione di Nagatomo. Nonostante il dominio nerazzurro, il vantaggio non faceva una grinza, quattro minuti prima Iaquinta aveva colpito una traversa.
Sono stati i cambi a rivoluzionare la partita dellInter, anche se il gol di Obi, anche qui una deviazione di Von Bergen spiazza Antonioli, arriva quando la squadra è ancora schierata con gli undici di partenza.
Stravaganti
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