Lo Strega s’avvicina Sicuri Desiati e Nesi ma se la gioca anche la «rossa» Castellina

Li abbiamo cercati, poi cercati di nuovo, stuzzicati, provocati, solleticati nell’orgoglio. C’è chi ha tenuto saldo il punto, ripetendo che i giochi sono fatti solo dai grandi nomi, chi ha assicurato che la situazione è incerta e chi si è mostrato solidale soprattutto con i piccolo e gli esclusi, giurando che il 15 giugno - giorno della votazione dei finalisti presieduta da Antonio Pennacchi, vincitore 2010 - a Casa Bellonci ci va solo per rubare le tartine da portare in regalo consolatorio ad Aurelio Picca. Tutti gli editori, gli scrittori e i critici con cui abbiamo parlato però non hanno saputo resistere e si sono sbilanciati nel pronostico letterario più dibattuto dell’anno: chi entrerà nella cinquina dello Strega? Per certi vengono dati Ternitti (Mondadori) di Mario Desiati e Storia della mia gente (Bompiani) di Edoardo Nesi, per praticamente certi La vita accanto (Einaudi) di Mariapia Veladiano, La scoperta del mondo (nottetempo) di Luciana Castellina, L’energia del vuoto (Guanda) di Bruno Arpaia. Per probabile Nel mare ci sono i coccodrilli (Dalai) di Fabio Geda.
Se gli editori romani, ed è a Roma che si fanno i giochi e dunque i gossip più azzeccati, non fanno che ripetere Desiati e Nesi, Nesi e Desiati, chi la sa lunga punta su Castellina, come ingresso in cinquina con il massimo dei voti o addirittura come probabile vincitrice. Non solo perché nottetempo è piccolo, ma di contatti e amicizie simili a quelli dei grandi. Non solo perché Ginevra Bompiani e Mariapace Ottieri, oltre alla stessa Castellina, fanno parte dei 400 «Amici della Domenica» i cui pacchetti di voti non sono minimamente insidiati dai 30 lettori «forti» dell’Associazione Librai Italiani. Ma perché il voto dato al memoir della militante di sinistra avrebbe un forte significato politico, anzi storico, anzi sarebbe, come ci ha sussurrato un editore in gara, «La presa del Palazzo d’Inverno».
Se Desiati, Nesi e Veladiano sono espressione delle tre grandi scuderie - Mondadori, Rizzoli e Einaudi - che mettono in campo rapporti di forza («A suon di possibili contratti da migliaia di euro, magari», ci dice Agnese Manni) impensabili per nomi come e/o, in lizza con l’esordiente Viola Di Grado, che si è appena aggiudicata il Campiello Giovani, Manni appunto, che difende Il confessore di Cavour di Lorenzo Greco, Playground (A cosa servono gli amori infelici, Gilberto Severini) o Guida (Malabar di Gino Battaglia), diverso è il discorso per Arpaia e Geda. Se Arpaia, dicono le gole profonde, si sta muovendo da solo con i contatti che possiede in quanto intellettuale raffinato e autore di un libro troppo alto, perché tradizionalmente il gruppo Gems, di cui fa parte Guanda ma anche Fazi, sui premi si muove poco e male, Geda viene dato solo per probabile perché ha già venduto centinaia di migliaia di copie e si dice che Dalai potrebbe doversi «accontentare» di questo senza ambire anche allo Strega.


Non pervenuto Alessandro Bertante con Nina dei lupi (Marsilio), mentre Ernesto Ferrero - appena entrato nella cinquina al Campiello e «Ancora furibondo per l’esclusione di Donatella Di Pietrantonio» da lui sostenuta per la dozzina - sostiene che l’appartato Nisini si sia fatto vedere troppo poco per avere delle chance. «Il mio pronostico? Il mio libro non aveva avversari. Ora ho solo due parole: la letteratura, la letteratura, la letteratura. Dello Strega non me ne frega più niente», ci ha risposto Picca.

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