Streiff: «Psa prepara il suo futuro con la Fiat»

L’arrivo del Minicargo e gli sviluppi delle joint venture. Il rilancio costa ai francesi 8mila tagli

Streiff: «Psa prepara il suo futuro con la Fiat»

nostro inviato a Parigi

«Psa è il re delle cooperazioni: vantiamo 8 partnership e con Fiat, a cui siamo legati da tempo, vogliamo preparare insieme il futuro. Quale sarà il destino dei monovolume che produciamo con Torino? Stiamo cercando un nuovo concetto che vada bene a entrambi». Christian Streiff, passato dalla cloche di Airbus al volante di Psa Peugeot-Citroën, ha presentato strategie e obiettivi del gruppo per il periodo 2010-2015. Della collaborazione con Fiat, tra i punti fissi delle alleanze industriali in corso, Streiff ha parlato solo a margine del suo intervento. Ma è interessante mettere l’uno accanto all’altro i principali obiettivi che i due gruppi, alleati e nel contempo rivali (al Transpotech di Milano, in ottobre, Fiat e Psa presenteranno il furgone Minicargo prodotto in Turchia) si sono posti di raggiungere nei prossimi anni. E se Psa, dopo momenti di grande spolvero e un 2006 zoppicante, ha messo a punto un piano severo che in tre anni dovrà riportare crescita e redditività, il gruppo italiano è in pieno rilancio e sta giocando all’attacco la sua partita sui mercati mondiali. Ambiziosi gli obiettivi illustrati da Streiff, a partire dalla produzione entro il 2010 di 4 milioni di veicoli (di 3,5 milioni, joint venture incluse, il tetto fissato invece da Sergio Marchionne, ad del Lingotto). Solo nel 2015, invece, i francesi, che aspirano a diventare il costruttore di auto più competitivo in Europa, avranno un margine operativo tra il 6 e il 7% (gli amici-rivali di Torino contano di raggiungere una redditività tra il 7,2 e il 7,8% già nel 2010). E poi ci sono i prodotti: 53 novità, di cui 29 destinate all’Europa, quelle annunciate da Peugeot-Citroën; 46 le vetture (23 restyling) che i marchi torinesi proporranno entro il 2010. Diversi sono i modelli di riferimento: la Germania per Streiff («vogliamo diventare un po’ tedeschi»), il colosso Toyota per Marchionne.
Anche la strategie di espansione all’estero collimano in parte: Parigi, per ora, non guarda agli Stati Uniti, mercato che presto vedrà invece il ritorno dell’Alfa Romeo, mentre in India è la Fiat ad avere una posizione privilegiata («è un mercato che conosciamo meno bene», ha detto Streiff). Inutile dire che America Latina (in Argentina esiste una joint venture tra i due gruppi), Cina e Russia rappresentano i Paesi chiave dell’internazionalizzazione di entrambi. Sotto la Muraglia, però, i francesi prevedono di vendere, nel 2015, un milione di veicoli.
Per Marchionne suona come una vera scommessa vendere 300mila veicoli, fra tre anni, tra Pechino e Shanghai.

Crescita e redditività, infine, costeranno quest’anno a Peugeot-Citroën 7-8mila posti di lavoro. «L’organico - ha spiegato Streiff - sarà coinvolto dall’obiettivo di tagli del 30% dei costi fissi finché non avremo il miglior livello di competitività».

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