Cronaca locale

"Meno case su Airbnb per battere il caro affitti"

Il sindaco Sala chiede decreto ad hoc come a Venezia. Così da Parigi a Barcellona. Palazzi per i senior. Allo studio limiti su zone e giorni

"Meno case su Airbnb per battere il caro affitti"

A Milano si contano attualmente oltre 15mila interi alloggi (15.150 per l’esattezza) in affitto a breve termine su Airbnb. Quasi la metà (47,6%) fa parte di multiproprietà e il 23,8% di multiproprietà con oltre dieci alloggi, segno che sono stati acquistati per fare business sul turismo, ma fuori dalle regole imposte a hotel e tradizionali case vacanze. Nello stesso tem- po, il costo degli affitti in città è cresciuto di oltre il 40% in sette anni e i salari tra 2014 e 2020 sono solo del 5,40%. Morale, le famiglie di ceto medio scappano e Milano diventa (sempre più) città per ricchi. E ora il Comune ha presentato ieri al Forum dell'Abitare una «Strategia per la casa» che se non riuscirà proprio ad invertire la tendenza è un primo tentativo di frenare il caro-affitti. E tra i punti clou c'è la richiesta al governo di autorizzare Milano a mettere un freno al «modello Airbnb». «Tutte le grandi città europee stanno lavorando per inserire delle limitazioni rispetto agli affitti brevi - spiega l'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran . Serve un intervento del governo che da un lato metta ordine in questo mercato senza penalizzare i piccoli proprietari ma che disciplini una situazione ad oggi senza regole e, dall'altro, introduca forti detrazioni fiscali per chi abita in affitto a Milano».

Con il Dl Aiuti lo scorso luglio lo Stato ha autorizzato Venezia, unica città in Italia per ora, a regolamentare il sistema Airbnb, anche se la giunta comunale non ha ancora approvato il piano, si parla di un limite di 120 giorni al massimo per gli affitti brevi. «Ci serve l'autorizzazione dello Stato e può arrivare anche in un mese, con un decreto, esattamente come a Venezia che al momento è l'unica che per legge può fare una normativa sugli affitti turistici. Qui l'offerta è arrivata ormai a oltre 15mila appartamenti, il doppio di quelli pianificati in edilizia convenzionata nel prossimo quinquennio. Ci sono varie piattaforme on line. Se il 50% degli alloggi tornasse a studenti e lavoratori i prezzi un po' scenderebbero. Se il governo ci darà la possibilità apriremo un confronto con gli operatori e sindacati per valutare la modalità».

L'idea sarebbe di tutelare chi affitta una sola casa. «Non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario che ha un singolo alloggio da 50 mq - precisa il sindaco Beppe Sala -, però serve una regolamentazione perché sono troppi gli appartamenti tolti a chi vuol vivere a Milano, e non solo 5 giorni durante il Salone». Anche Firenze e Bologna hanno chiesto dei limiti. «Il problema del caro casa qui è più evidente ma sta esplodendo ovunque - sottolinea Sala -. Ci candidiamo ad essere area test per il Paese. É un problmea che sentono anche la sindaca di Parigi e Barcellona. Dalla nostra analisi le case in affitto breve sono più concentrate nella fascia tra il centro e la cerchia della 90/91», zone di residenza del ceto medio. «É fantastica la crescita dei turisti - premette Maran -, ma ci sono prevalentemente gli alberghi. Le case servono ai residenti».

Il documento cita le strategie adottate in altre città internazionali. Alcune hanno deciso di porre un limite temporale all'affitto temporaneo di un alloggio: Atene e San Francisco 90 giorni, Parigi 120 e Lisbona varia a seconda dei quartieri. A Barcellona è vietato che un appartamento possa essere interamente affittato su Airbnb, il limite è di due stanze e serve l'obbligo di residenza del proprietario. Vienna vieta del tutto l'affitto temporaneo. Quella sugli affitti brevi è una delle 5 strategia presentate per il breve-medio periodo (3/5 anni). Secondo il Comune vanno fissate garanzie certe ai proprietari in caso di morosità e sfratto, «motivo principale dello sfitto o dell'affitto tramite Airbnb, i titolari non si fidano, ci sono troppi casi in cui faticano a sfrattare l'inquilino» ammette Maran.

Prevedere fondi triennali per sussidi e detrazioni fiscali degli affitti ai lavoratori. Ci sono poi il modello «Bambini 2023» (250 euro al mese per 3 anni a chi ha un figlio nel 2023) e il progetto «Casa ai lavoratori» (si parte con 300 alloggi da ristrutturare, il costo dei lavori viene scontato dall'affitto e il totale arriva al 50% del prezzo di mercato) già presentati nei giorni scorsi. Il Comune valuta anche se è possibile mettere un tetto alla crescita degli affitti in generale sul modello di quello che fa già Parigi. «Anche Barcellona e Berlino lo hanno fatto ma poi il provvedimento è stato dichiarato incostituzionale - spiega Maran -. Io dico discutiamone, non deve essere una misura permanente ma potrebbe avere senso per due o tre anni, noi vogliamo aprire al dibattito».

E c'è nell'immediato il piano di creare una «Società per la casa» che superi Mm e coinvolga Regione se ci sta, Cassa depositi e prestiti e altri attori e gestisca il patrimonio a livello di Città metropolitana. Nel piano si parla anche di «Senior housing», creare soluzioni abitative a misura di anziano, in condivisione, attrezzate e digitalizzate con sistemi di domotica. E il Comune spinge per un «esproprio più agile degli immobili inutilizzati da tempo, cui riconoscere adeguato indennizzo ma con la possibilità di rimetterli rapidamente al servizio della comunità».

Una strada tutta in salita e a rischio di ricorsi.

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