«Una conferenza di taglio politico-organizzativo che coinvolga tutti i livelli del Pd» e «chiudere i caminetti per mettere in piedi strutture dirigenti realmente rappresentative». Dopo la battaglia sui capigruppo di Camera e Senato, Pierluigi Bersani torna a strigliare Walter Veltroni e il Pd. «La decisione è stata diversa: va bene, procediamo così, non cè problema», dice, ma in futuro bisogna cambiare registro, con «decisioni prese a valle e non a monte». In unampia intervista allUnità, il ministro uscente indica la road map del Pd dopo la sconfitta elettorale. Liquida come «assurdità senza fondamento» una resa dei conti del Pd, ma ammette la difficoltà di «capire se ci sono linee politiche diverse» e lamenta: «Quel che non abbiamo ancora è una posizione ragionata e partecipata di cosa deve essere un grande partito riformista».
Di più: «Chi si riconosce nel Pd deve poter decidere da chi vuole essere guidato e poter essere guidato da chi ha i migliori rapporti con la realtà. Questo vuol dire radicamento». «Solo a Berlusconi - incalza - è consentito fare un partito in un supermercato. Noi abbiamo un altro destino».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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