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Gli studenti americani "pazzi" per l’università del principe William

Si è moltiplicato il numero di giovani che, dagli Stati Uniti, scelgono la Scozia per laurearsi. Meta preferita, l’ateneo di St. Andrews, dove ha studiato il primogenito di Carlo e Diana

Gli studenti americani "pazzi" 
per l’università del principe William

Il nome del principe William è come un magnete: non attrae più soltanto gli studenti britannici ma, ormai, supera anche l’oceano. All’università scozzese di St. Andrews, quella dove William ha incontrato la fidanzata Kate Middleton, ora arrivano anche centinaia di ragazzi americani. Dopo il diploma nelle High School decidono di prendere il volo per l’Europa e sbarcano nell’atmosfera suggestiva dell’antica Scozi. Quest’anno la popolazione americana è a livelli record: 1.230 studenti su un totale di 7.200 arrivano dagli Stati Uniti.

Marketing universitario. È merito del fascino della vecchia Europa e dell’allievo illustre ma, anche, di una campagna di marketing oculata, che gli uomini della St. Andrews hanno condotto nelle scuole superiori, pubbliche e private, degli Stati Uniti. È anche così che gli allievi americani si sono moltiplicati: dieci anni fa erano solo 200, oggi sono sei volte tanto. Isobel Oliphant ha raccontato all’Herald Tribune che, quando ha deciso di frequentare l’università scozzese, era convinta di aver fatto una scelta originale. Invece no: “Sono arrivata ed era tutto un: ciao, sono del Massachusetts, ciao, sono di New York”. È una questione anche economica: per i ragazzi americani la retta di 18mila sterline è poco rispetto alle cifre che dovrebbero sborsare ad Harvard o a Yale. Sempre che riescano a essere ammessi. In Scozia hanno molte più chance: i criteri di selezione sono particolarmente blandi per gli americani, visto che non hanno accesso a borse di studio e, quindi, contribuiscono a rimpinguare le casse dell’ateneo. La competizione è alta fra scozzesi, inglesi ed europei, che pagano poco o nulla: ci sono in media dieci richieste per ogni posto libero. Agli americani non succede: scartati da una prestigiosa Ivy League, in Scozia troveranno quasi sicuramente accoglienza, visto che pagano senza battere ciglio. 

Una scelta da principe. Non è solo la St. Andrews ad essere presa di mira, anche se il college del principino negli ultimi anni ha ricevuto un boom di domande d’ammissione (favore indiretto non ripagato: William e Kate sono stati esclusi dalla lista degli ex alunni illustri dell’ateneo). All’università di Edimburgo gli americani sono quasi 1.300 ma, rispetto al totale di 25mila studenti, saltano meno all’occhio. Nella capitale scozzese studiano quasi tutti veterinaria. Alcuni lamentano la mancanza di quel rapporto di confidenza e intimità tipico fra alunni e professori dei campus americani, ma in Scozia i ragazzi americani hanno un altro vantaggio rispetto agli atenei di casa propria: possono specializzarsi subito nella loro materia preferita – filosofia, letteratura, arte, inglese, relazioni internazionali (la più gettonata). I più penalizzati, in realtà, sono gli autoctoni. Non solo perché per loro ci sono meno posti a disposizione. “Ormai la St. Andrews è diventata una colonia di inglesi e americani” è il ritornello ripetuto da molti. Non dai vertici dell’università: per loro gli stranieri ricchi sono una manna del cielo, da accogliere a braccia aperte.

Più arrivano, meglio è. 

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