Studenti in ansia: «Troppa cultura nei test d’ingresso»

Alla Statale porte aperte solo per un iscritto su sette. Quesiti anche sui film di De Sica e Rossellini

Le domande di chimica e biologia? «Impegnative, ma tutto sommato prevedibili». I problemi, invece, ci sono stati con i quesiti di storia e cultura generale. «Troppi» secondo gli studenti (2mila alla Statale, altre centinaia in Bicocca) che ieri mattina hanno sostenuto i test di ingresso alla facoltà di Medicina. Nelle aule della Statale di via Celoria c’erano giovani di tutta Italia. «E anche un ragazzo libanese - racconta la vice preside, Maria Luisa Tenchini, al termine della prova -. Lamentele sulle domande? In aula non ce ne sono state. Non siamo noi a scegliere i quesiti, si decide tutto a Roma».
Comuni a tutti gli atenei italiani sono anche le procedure (lo studente deve scegliere quale delle risposte proposte è l’unica giusta) e gli argomenti del test: biologia e chimica, fisica e matematica, logica e cultura generale. «Ho fatto il test anche un anno fa, stavolta era più difficile, specie la parte di storia - racconta Gaia, capelli biondi, una delle prime a consegnare -. C’erano più iscritti, era prevedibile».
I posti in palio alla Statale sono 300. Poche le probabilità di entrare: entra uno studente ogni sette iscritti alla prova. «Troppo poco - sospira un papà che aspetta la figlia -. Ci si gioca il futuro in una prova dove la fortuna conta molto».
Arrivano le 13, finisce la prova e il piazzale assolato si riempie di ragazzi. «Troppe domande di storia, che cosa c’entra con medicina! - si arrabbia una ragazza, come molti diplomata al classico -. Al liceo, biologia e chimica si fanno nei primi anni. È un errore, visto quanto servono nei test». Molti studenti speravano di racimolare punti utili con le domande di storia e cultura generale. «E invece erano difficilissime: attribuire le frasi ai personaggi, scoprire, in base alla descrizione, una battaglia...». «Per non parlare dei film: ci hanno chiesto i registi di Ladri di biciclette e Roma città aperta». Una sorpresa per chi ha passato l’estate a ripassare cellule e reazioni chimiche.
Ma la vicepreside prova a tranquillizzarli: «Non conta aver risposto a tutte le domande. I posti verranno assegnati in base alla graduatoria dei punteggi. Se il test era davvero difficile, basterà un voto più basso per rientrare nei primi 300.

Quanto alle domande di storia, poi, si sapeva che ci sarebbero state». «Ma quest’anno erano tutte sul Medioevo», ribattono tre amici.
Dall’aula 212 esce il docente con i test raccolti in uno scatolone. Andranno a Bologna per essere corretti. Lunedì, il verdetto.

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