Gli studenti danno i voti ai prof e li mettono sul web

L’OBIETTIVO Il rettore Ballio: «Premiare i più meritevoli e migliorare l’efficienza dell’ateneo

Sarà il Politecnico a dare il via alla rivoluzione meritocratica delle università milanesi. Il documento firmato nell’ultima riunione dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione si chiama «Progetto merito» e prevede non solo la pubblicazione on line dei curricula di tutti i docenti, ma anche la fascia di valutazione della didattica secondo i questionari compilati dagli studenti. Con uno scopo ben preciso: ridare valore all’insegnamento nel segno della trasparenza circa il lavoro di ogni singolo docente universitario. I tecnici del sistema informatico dell’ateneo sono già al lavoro: entro qualche mese ogni ricercatore e insegnante del Politecnico dovrà essere on line con tutto il suo bagaglio di competenze. L’ateneo ha focalizzato l’attenzione sulla «visibilità dei contributi individuali». Perché se è vero che la quasi totalità dei docenti mette già a disposizione sul web il proprio curriculum, la pubblicazione della fascia di valutazione della didattica è una novità. Verrà pubblicato un dato mediato su tre anni di insegnamento ed espresso con tutta probabilità da una lettera A, B, C (C esprime la fascia di grande apprezzamento da parte degli studenti). La scheda personale dei docenti conterrà anche le pubblicazioni scientifiche e la quota di autofinanziamento. «Lo scopo del programma - ha spiegato il rettore Giulio Ballio - è garantire una trasparenza sempre maggiore nell’università e premiare i docenti più meritevoli per migliorare l’efficienza dell’ateneo. Per studenti e professori sarà uno stimolo reciproco». E i docenti come l’hanno presa? «All’inizio erano perplessi - continua il rettore -. Nessuno può garantire che quella degli studenti sarà una valutazione obiettiva e ragionata. Ma anche in questo campo è necessario rinnovarsi. Sono convinto che se uno studente fa un reclamo un ateneo serio lo deve prendere in considerazione, approfondire il problema e nel caso risolverlo».
Quello della valutazione, ormai largamente dibattuto e già inserito nella riforma universitaria, è un concetto per il quale il rettore del Politecnico si è sempre fortemente battuto. Per più di una ragione: «La valutazione della didattica è l’unica arma con la quale le nostre università possono risalire la china nella classifica del panorama europeo. L’Inghilterra sempre ai primi posti in fatto di atenei ha iniziato la valutazione 40 anni fa». Il modello per rilevare le performance sarà diviso in due tranche: per il 45 per cento conterà la didattica, il restante 55 per cento la ricerca. Ma, loro, gli studenti, sono pronti a gestire le pagelle con serietà e non con spirito goliardico? «Abbiamo ottenuto una grande conquista - risponde Mauro Brivio, presidente del Consiglio studenti Politecnico - non dobbiamo sprecarla o usarla male.

Dalla prossima sessione di esami passeremo in aula per spiegare agli studenti l’importanza del questionario». Il tutto nell’ottica di un progetto ancora più ampio e cioè riuscire a retribuire i professori per come e quanto lavorano.

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