Studenti dell’Isef in rivolta: dopo 40 anni, addio Saini

Gli studenti non l’hanno presa bene. Dopo quarant’anni la facoltà di Scienze motorie della Statale (il vecchio Isef) lascia il Saini, il centro sportivo del Comune dove i ragazzi svolgevano tutte le lezioni pratiche, dal nuoto all’atletica, dal tennis alla ginnastica.
Lezioni che ora si terranno in quattro centri diversi, due in zona Città studi - vicini alle aule dove gli studenti seguono i corsi teorici - e due nell’hinterland, all’Idroscalo e a Peschiera Borromeo. «Abbiamo fatto il possibile per limitare i disagi, delle navette fanno la spola tra le sedi - spiegano alla facoltà -. Gli impianti scelti, poi, sono di ottima qualità». Ma gli studenti, per ora, non sembrano gradire il cambiamento.
Le lezioni sono cominciate lunedì. I 520 iscritti alla facoltà hanno avuto appena il tempo di sperimentare le novità e subito sono iniziati i mugugni. «La navetta, è vero, funziona, ma un nostro compagno di corso l’ha persa e ha dovuto aspettare tre ore per arrivare al centro Cus dell’Idroscalo con quella successiva», spiegavano ieri mattina tre ragazzi del secondo anno in via Golgi, davanti all’aula G11. «All’Idroscalo facciamo le lezioni di atletica leggera, ma c’è un piccolo inconveniente: manca una pista esterna - aggiungono -. E ci hanno detto che forse dovremo andare a Cernusco sul Naviglio...». Uno di loro, felpa nera col cappuccio, arriva da Como. «Prendo il treno ogni mattina alle 6.15 - racconta -. Il Saini non era vicinissimo ma le lezioni erano concentrate in alcuni giorni. Quando ho saputo delle quattro sedi sono stato sul punto di non iscrivermi». Simone il giorno prima ha dovuto spostarsi dal centro sportivo via Valvassori Peroni all’Idroscalo. «Viaggio da Sesto in scooter, per me il disagio è limitato. Ma ho compagni di corso che fanno i pendolari da altre città della Lombardia che sono arrabbiatissimi». L’altra sede esterna è alla Gardannella di Peschiera Borromeo (i ragazzi usano piscina e palestre). «È un centro bellissimo», ricordano in facoltà. «E questo compensa in parte i disagi - aggiunge Enrico Pasqualotto, rappresentante degli studenti, appena uscito da lezione -. Ci sono stati dei problemi tra la facoltà e MilanoSport, la società che gestisce il Saini per conto del Comune.
Per questo si è deciso di andare altrove. I disagi? Pensavo andasse peggio. A differenza di quanto succedeva al Saini, poi, abbiamo la possibilità di allenarci dopo le lezioni senza spendere soldi».
L’accordo con il Saini durava dagli anni Sessanta. Il centro di via Corelli proponeva un prezzo agevolato all’ateneo e in cambio poteva contare su un buon numero di «clienti» in ore di poca affluenza.
Nei mesi scorsi l’università aveva chiesto di poter gestire una parte del centro, lasciando il resto a MilanoSport, idea che non era piaciuta però alla società e al Comune. Si era parlato anche di costruire un nuovo campus sfruttando le strutture del centro, ipotesi subito messa da parte. «Ora se ne sono andati e non ce l’hanno nemmeno comunicato ufficialmente», spiegano a MilanoSport. «La morale è una sola: le istituzioni litigano, il Saini resta vuoto e noi dobbiamo fare la spola tra quattro centri!», si arrabbia una studentessa davanti all’aula G11.
Il sogno, per tutti, resta quello di una nuova sede della facoltà dove riunire aule e impianti sportivi.

«Se ne parla - dice il rappresentante degli studenti - ma non c’è nulla di concreto».

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