da Milano
Un Paese accogliente ma non troppo, costosissimo, incapace di garantire un alloggio a prezzi contenuti e dove linglese è una lingua di cui si fa a meno. È lItalia vista dagli studenti Erasmus che hanno risposto a un questionario proposto dalla free press Studenti Magazine e dallassociazione «Erasmus Student network Italia». Venti domande a cui, attraverso il sito www.esn.it, hanno risposto 1500 studenti provenienti da 28 Paesi diversi e afferenti a 27 diverse città italiane. Prezzi troppo alti e università troppo confusionaria sono i problemi più sentiti dagli studenti stranieri allarrivo. L83% degli intervistati dichiara di spendere di più in Italia rispetto al proprio Paese. La voce più costosa è al solito laffitto (per il 69%). Seguono il cibo per il 14,4% e il divertimento per il 12,6. Il 4% trova invece particolarmente costosi i libri.
Bocciata luniversità italiana che il 71% degli intervistati ritiene peggiore di quella del proprio Paese. Per il 39,6% degli intervistati la causa principale di questa bocciatura è il pessimo stato delle strutture. Seguono la scarsità dei servizi web per il 24,4%, la difficoltà nel raggiungere informazioni per il 19,5% e i professori per il 16,5%. Relativamente a questi ultimi, quando si chiede un confronto con quelli del proprio Paese il 59% non vede differenze, il 25% li giudica peggiori e solo il 16% li vede migliori.
Altra grande difficoltà per gli studenti Erasmus è quella di reperire un alloggio. La casa, infatti, oltre ad essere costosa è difficile da trovare: ha avuto problemi ben il 66% degli intervistati. La causa principale è il prezzo elevato (per il 37,4%), seguita dalle cattive condizioni della casa (per il 29,1%), dal razzismo dei proprietari che non affittano a stranieri (per il 20,8%) e dallassenza di un contratto (per il 12,7%). Ulteriore difficoltà per gli studenti Erasmus è quella linguistica. In tanti, appena arrivati in Italia, hanno avuto difficoltà con la nostra lingua. Il 47% giudica insufficiente o scarsa la propria conoscenza della lingua, il 30,6% sufficiente e solo il 22,4% la ritiene buona.
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