da Gallarate (Varese)
Violentata mentre faceva jogging, a pochi chilometri da casa, una corsa all'aria aperta che spesso amava affrontare negli stessi luoghi, dove stamani ha trovato sulla sua strada un uomo italiano col volto coperto e dall'accento meridionale che ha abusato di lei.
La vittima è un medico di 43 anni, che pensava di trascorrere un'ora da sportiva, correndo, e che invece si è trovata a vivere un incubo. Il fatto è avvenuto nel rione gallaratese di Crenna, in zona Boschina: un parco lontano dalle case, al confine fra Gallarate e Besnate, nel Varesotto. La vittima dello stupro si trova ora ricoverata in stato di choc all'ospedale Sant'Antonio Abate di Gallarate. Secondo una ricostruzione effettuata dalla Polizia, che si sta occupando delle indagini su questo brutale episodio, la donna è stata bloccata con modi violenti dal suo aggressore, che l'avrebbe seguita mentre percorreva un sentiero. A quel punto l'ha trascinata in un luogo più appartato, anche se non distante: di solito nella zona sono presenti molti appassionati di jogging e passeggiate, specie di domenica mattina. Ma ieri, probabilmente per il fortissimo vento che dall'alba e per quasi tutto il giorno ha spirato sul Varesotto come su gran parte della Lombardia, in quel sentiero c'era meno gente del solito, quasi nessuno. E così chi ha abusato della donna ha avuto il compito semplificato, ha potuto agire liberamente, senza testimoni, prima di scappare e di abbandonare la vittima a terra, quasi tramortita. Lì, confusa, l'ha poi trovata (erano circa le 10.30 del mattino) un'altra persona, che ha dato l'allarme e chiamato i soccorsi. Quando lhanno trovata la donna aveva molte ferite, causate dalla colluttazione precedente allo stupro (la donna ha cercato di resistere e di sfuggire e il suo carnefice lha picchiata).
Del caso si occupano gli agenti del commissariato di Polizia di Gallarate, che - coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (in provincia di Varese) - hanno dato vita a una caccia all'uomo in tutta la zona, che però non ha dato finora esito positivo. Gli elementi a loro disposizione non sono molti. L'area boschiva teatro dell'episodio è distante dai centri abitati. Non solo: il cappellaccio che indossava l'aggressore non permette di avere un identikit attendibile. Pare comunque che si tratti di un italiano, corporatura media, forse con accento meridionale, secondo quanto avrebbe riferito la donna violentata. Al momento questo sembra un caso isolato, nella zona, anche perché è una zona solitamente frequentata da gente normale.
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