Cronaca locale

Stupratore seriale violenta cameriera vicino a Corso Lodi

L’aggressore, un marocchino con precedenti specifici, arrestato perché ha perso il portafoglio. La giovane è stata seguita al termine del lavoro, picchiata selvaggiamente e ferita a coltellate

Stupratore seriale 
violenta cameriera 
vicino a Corso Lodi

Nella foga dell’aggressione ha perso il portafoglio con i documenti e quando se n’è accorto ha pensato bene di girare al largo da casa. Ma gli investigatori della Mobile sono riusciti a risalire al suo cellulare con cui l’hanno seguito passo a passo fino a intercettarlo in piazzale Gabriel Rosa, non distante da dove qualche sera fa aveva cercato di violentare una ragazza. In manette è finito un marocchino con numerosi precedenti, compreso un altro tentativo di stupro.
Amjad Moussali ha 29 anni, e nonostante non abbia un lavoro fisso, e diverse condanne di non poco conto, è in Italia da anni con un regolare permesso di soggiorno ottenuto grazie a un ricongiungimento famigliare. Ufficialmente risiede a Brembio, nel lodigiano, ma in realtà vive con una donna in viale Omero, sempre in zona Corvetto. Campa di espedienti e infatti nella notte tra sabato e domenica si aggirava in corso Lodi in cerca dell’occasione giusta. Che, poco dopo le 2.40, si presenta sotto forma di una barista di 25 anni che aveva appena finito di lavorare e stava andando a prendere l’auto per tornare in provincia dove abita. Approfittando della strada buia e solitaria, il magrebino la affronta armato di coltello ordinandole di consegnare i soldi. Di fronte a una lama acuminata la giovane non si fa certo pregare e allunga 140 euro, pensando di cavarsela con una buona dose di spavento.
Ma Moussali vuole altro, l’afferra per i capelli e la trascina in un cortile con chiare intenzioni. La ragazza, disperata, questa volta reagisce. Ne nasce una violenta colluttazione, il magrebino tenta di sfilarle i pantaloni, lei si dibatte disperatamente. Lui allora inizia a colpirla a calci e pugni poi la ferisce, superficialmente, al collo con la punta del coltello. Ma la vittima resiste ancora, ricevendo un morso al braccio e un’altra coltellata alla gamba destra. Moussali capisce che non riuscirà a vincere la sua resistenza e decide di mollare la presa. Non prima però di averla rifilato un ultimo calcione al volto che però gli sarà fatale. Perde infatti il portafoglio.
Il nordafricano fugge, la barista chiama i soccorsi, arriva un’ambulanza che la porta al Policlinico dove la medicano e la dimettono con dieci giorni di prognosi. Gli agenti delle volanti nel frattempo hanno passato palmo a palmo il luogo dell’aggressione trovando il portafogli dell’aggressore. Lo identificano, scoprono che abita in viale Omero dove però lui si guarda bene da tornare. Ma gli investigatori risalgono anche al suo cellulare con cui riescono a seguirlo fino a individuarlo in piazzale Rosa e arrestarlo.
Nel suo curriculum una serie di piccoli reati contro il patrimonio ma soprattutto un’altra brutta storia «fotocopia» di quella dell’altra sera. Il 2 febbraio il nordafricano si trovava a Opera dove aveva intercettato un’altra donna sola per strada. Anche in quell’occasione tutto era iniziato con una «banale» rapina da strada. Ma poi il magrebino aveva anche allungato le mani tentando un approccio sessuale, anche se non così violento.

Identificato, Moussali ha poi patteggiato il 31 gennaio 2007 una condanna a un anno e sei mesi.

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