Stupratori di Capodanno. Uno va ai domiciliari, un altro presto libero

Per due degli autori delle violenze in Duomo condanna con il rito abbreviato e «sconto»

Stupratori di Capodanno. Uno va ai domiciliari, un altro presto libero
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Uno è già agli arresti domiciliari, l'altro è in carcere a Trento ma a con la prospettiva - dopo la sentenza di ieri - di uscire presto anche lui. Per due imputati degli stupri di gruppo in piazza del Duomo, la notte di Capodanno del 2022, arrivano ieri le condanne con rito abbreviato, che garantisce uno sconto di pena e li avvia verso la liberazione in tempi brevi. Ma per le vittime è comunque un risultato importante: «Bisogna denunciare e non avere paura, perché la giustizia comunque funziona», dicono Silvia Allai e Carlo Pellegri, difensori delle due ragazze che si erano costituite parte civile. La sentenza, dicono «è un segnale forte per tutte le ragazze che quella sera hanno patito un'aggressione brutale che abbiamo avuto modo di rivivere in tutta la sua drammaticità in aula».

Per la pm Alessia Menegazzo Abdel Fatah, vent'anni, e Mahmoud Ibrahim, 19 anni, facevano parte del branco responsabile sia di quattro aggressioni in Galleria Vittorio Emanuele sia dei due episodi più brutali, avvenuti in piazza, tra il Mc Donald's e via Mazzini. Riconosciuti senza incertezze dalle due ragazze - una circondata, palpata, rimbalzata da un violentatore all'altro; la seconda denudata, buttata a terra e stuprata senza pietà - i due hanno ammesso entrambi di essersi trovati in piazza con i connazionali per festeggiare l'anno nuovo, ma hanno negato di fare parte del branco; e anche ieri, dopo la condanna, il difensore di uno degli imputati protesta la sua innocenza, «questa condanna arriva inaspettata, il mio assistito è completamente estraneo ai fatti e ricorreremo in Appello». Ma proprio durante il processo a porte chiuse su richiesta dei difensori è stato convocato e interrogato un amico delle due vittime, un ragazzo di vent'anni che - in una situazione non facile, faccia a faccia con gli imputati - li ha riconosciuti: «sono loro».

Ad abbassare la pena rispetto alle richieste del pm Alessia Menegazzo è stata solo l'assoluzione dall'accusa di rapina, arrivata dopo che una delle ragazze ha ammesso di avere lanciato spontaneamente la borsetta agli aggressori sperando di placarli. Insieme alla condanna al carcere, Fatah e Ibrahim dovranno versare un risarcimento di venti e trentamila euro: ma anche questo (come i diecimila euro assegnati al Comune di Milano, anch'esso costituto parte civile) è destinato a restare solo sulla carta, essendo entrambi quasi nullatenenti.

«Le due ragazze - dicono ancora i loro legali - hanno avuto la forza di denunciare, e hanno trovato da parte della procura un'empatia che per questa tipologia di reati non era scontata. Hanno avuto la sensazione di non essere sole».

Oltre ai due condannati di ieri le indagini della pm Menegazzo hanno portato a identificare un altro partecipante allo stupro di gruppo, Abdallah Bouguedra, che è stato processato a parte e condannato a cinque anni e dieci mesi di carcere, mentre altri tre indagati devono ancora affrontare l'udienza preliminare.

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