Stupri in aumento, il «bruto» è dietro l’angolo

Alessia Marani

Una studentessa americana avvicinata da uno sconosciuto e violentata in auto a Trigoria, una giovane rom picchiata, drogata, stuprata e gettata in un cassonetto alla Magliana: a Roma le violenze su donne aumentano vertiginosamente. Almeno del 40 per cento in più, secondo «Telefono rosa» l’associazione che dal ’98 cerca di portare alla luce i casi «sommersi». «Anche se il Ministero dell’Interno continua a negarci i dati ufficiali sulle violenze - afferma, infatti, Gabriella Moscatelli, il presidente di Tr - non si può negare che il fenomeno sia in costante aumento. Solo a Roma i casi registrati in un anno sono un centinaio e se prima il rapporto tra stupri avvenuti nell’ambito della cerchia familiare o, comunque, delle conoscenze rispetto a quelli in ambienti esterni e da parte di estranei, era di 90 a 10, oggi siamo sui 70 a 30. Come il caso della studentessa americana dimostra». La ragazza che frequenta la John Cabot University nel cuore di Trastevere, domenica sera era a Santa Maria delle Mole per incontrare un’amica che, invece, non s’è presentata all’appuntamento. Alla stazione del comune di Marino, sotto la minaccia di un coltello, è stata «abbordata» da un uomo di mezz’età, da questi fatta salire in auto e portata fino a Trigoria dov’è stata costretta a un rapporto orale. Del balordo, fuggito su un’auto rossa, nessuna traccia. La versione fornita dalla studentessa è ora al vaglio degli inquirenti. «A maggio - aggiunge Gabriella Moscatelli - due ragazzine, in giorni diversi, erano state molestate da uno sconosciuto all’uscita di scuola, un liceo alla Pineta Sacchetti, in pieno giorno. Solo grazie all’intervento tempestivo delle insegnanti che hanno chiamato polizia e vigili urbani e a cui non era sfuggito il primo episodio, ha impedito un successivo tentativo di sequestro». Non è un caso, per Telefono rosa, che i fatti più recenti riguardino soprattutto donne molto giovani. «Il fenomeno è in escalation - aggiunge la Moscatelli -. L’età media di vittime e carnefici si è abbassata notevolmente nell’ultimo periodo. E sempre più riguarda studenti, universitari e liceali. Campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati». Sono diecimila le telefonate che ogni anno arrivano a Tr (06/37518261) da tutt’Italia. «L’aumento del 40 per cento riguarda il numero delle chiamate arrivate da Roma e provincia al nostro centralino. Non sempre seguono le denunce all’autorità giudiziaria. Molte donne chiedono aiuto, confidenza. È pur vero, bisogna dirlo, che il maggior numero di consulti è anche indice di una maggiore consapevolezza. Di una maggiore fiducia verso l’esterno». Ma come si possono aiutare davvero le donne a difendersi? «Bastano poche accortezze - conclude la responsabile dell’associazione -. A partire da un’illuminazione vera della città. Non dovrebbero esserci zone buie o scarsamente illuminate, come invece si presentano parecchi, troppi, quartieri. Poi, occorre mettere in campo più uomini, più pattuglie per un efficace controllo del territorio. Così come Roma è messa oggi non è affatto sufficiente.

Infine, serve un’attenzione di tutti, specialmente - continua Gabriella - di certe categorie, come quelle dei conducenti di bus o di taxi, che in diversi casi potrebbero trasformarsi in preziose sentinelle. Quando c’è il sospetto che una donna sia in pericolo, se non vogliono o non possono agire in prima persona, almeno chiamino 112 o 113». alemarani@tiscali.it

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